Festival di Sanremo, altro no a Genova Inclusiva: l'associazione non salirà sul palco dell'Ariston
di M.C.
Nessuna risposta alla richiesta di Genova Inclusiva per dare spazio ai disabili e ai malati rari sul palco del Festival
Sanremo 2025 si avvicina, ma l’inclusività sembra ancora una volta rimanere fuori dal celebre palco dell’Ariston. Nonostante l’associazione Genova Inclusiva abbia chiesto con largo anticipo di poter leggere una lettera in rappresentanza di malati rari, disabili, pazienti oncologici e persone con disturbi alimentari, nessuna risposta è arrivata dalla direzione artistica guidata quest’anno da Carlo Conti.
Responsabilità pubblica– La televisione pubblica ha il compito di garantire pluralità e rappresentanza, ma l’assenza di riscontro lascia amareggiati gli esponenti di Genova Inclusiva. In Italia, 13 milioni di persone convivono con fragilità fisiche o psicologiche, una fetta significativa della popolazione.
Un palco per tutti– Sanremo, con la sua risonanza culturale, dovrebbe essere un simbolo di inclusività. "Dare voce ai più fragili non è un atto di cortesia, ma un dovere sociale e civile", sottolinea l’associazione. La lettera che Marco Macrì, coordinatore di Genova Inclusiva, avrebbe voluto leggere al Festival lo scorso anno era poi stata pubblicata da La Repubblica. Un testo toccante, che descrive la quotidianità delle famiglie colpite da malattie rare o disabilità: “Dobbiamo essere guerrieri nostro malgrado, lottiamo ogni giorno contro un sistema che sembra dimenticarci”.
Le sfide quotidiane– La testimonianza racconta una realtà fatta di dolore, sacrificio e solitudine, dove i genitori diventano medici, avvocati, organizzatori, affrontando battaglie quotidiane per garantire dignità ai propri figli. "Dobbiamo pregare che i nostri figli muoiano più tardi possibile, ma comunque prima di noi", un pensiero straziante che sintetizza il peso delle fragilità sulle famiglie.
Appello alle istituzioni– Nella lettera si chiedeva maggiore impegno per la cura, la scuola e la sicurezza: “Ogni taglio a queste voci è un taglio al futuro di chi è più fragile”. Un richiamo alle responsabilità pubbliche affinché il Festival diventi simbolo di una società più inclusiva e attenta che Macrì avrebbe voluto ripetere anche quest'anno: purtroppo resterà ancora una volta deluso.
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