Il cibo del futuro tra agricoltura circolare e sostenibilità al Festival della Scienza
di Giulia Cassini
La lectio magistralis con l'esperto Martin Scholten
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Dall’agricoltura tradizionale a quella circolare per una maggiore sostenibilità: è questa la sfida evidenziata nel pomeriggio del 26 ottobre da Martin Scholten con il moderatore Luca Carra nell’ambito del Festival della Scienza.
“Sono stato chiamato quale consulente al Ministero dell’Agricoltura lo scorso anno per redigere sul tema una nuova politica di valore” ammette fin dalle prime battute Martin Scholten, indiscusso ambasciatore a Genova della verde e pionieristica Olanda. Ecco perché l’evento è di estrema attualità nel Festival della Scienza oltre che centrale, come spiegano diversi liceali in sala; inoltre il filone di quest’anno è elementi e riguarda anche il cibo. E’ il cerchio della vita, come ha evidenziato anche in apertura la studentessa Gaia Fiorentini: “Oggi si parla di ecologia, progresso, ecosostenibilità, dell’utilizzo degli scarti dell’industria alimentare e delle lavorazioni agrarie ottimali per un futuro sostenibile. Infatti, le risorse del pianeta non possono essere utilizzate all’infinito”. Negli ultimi anni i ritmi di produzione alimentare stanno diventando insostenibili, con il consumo dell’acqua e del suolo elevatissimo, così come per le emissioni di carbonio e di azoto. In particolare secondo Scholten “Noi stiamo sprecando la biomassa oggi perché non ne vediamo il valore“. Il sistema attuale è in qualche modo bloccato per il costo di produzione e ambientale, per semplificare le maggiori criticità.
In un’ipotetica piramide sull’efficienza produttiva troviamo alla base i residui di produzione, le perdite post-raccolto e lo spreco alimentare. “Solo un terzo della biomassa che produciamo nei sistemi agricoli viene consumato - continua Scholten - un terzo viene sprecato ad esempio nei ristoranti o a casa o nelle industrie di trasformazione, infine l’altro terzo si perde nel post-raccolto perché selezioniamo solo la parte migliore. Una via senza sbocchi visto che la popolazione è cresciuta di 3,5 volte al mondo e che siamo al limite dello sfruttamento delle risorse. La mia idea è quella di utilizzare gli sprechi, pensando all’efficienza delle risorse come controbilanciamento alla produzione”. Tra gli esempi pratici enumerati dal moderatore Luca Carra “Si possono citare le foglie delle barbabietole, considerate di scarto. In realtà sono molto proteiche e trattate adeguatamente posso essere riutilizzate nel mangime ad uso animale. Il trucco è quello di utilizzare le biomasse non solo per creare prodotti “terzi”, ma all’interno dell’agricoltura”.
Il passo finale è proprio quello di creare una circolarità. Tra i principi cardine l’uso intelligente della biomassa in tutti i modi possibili, poi impiegare in modo ottimale il terreno coltivabile, pianificare i raccolti con duplice finalità e non singola come si usa fare di solito, adoperare fertilizzazione organica di precisione e un basso uso di pesticidi in armonia con la natura.
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