Femminicidio La Spezia, convalidato l'arresto dell'ex marito della vittima. La confessione al datore di lavoro: "Ho ammazzato mia moglie"
di F.S.
Secondo una testimone, le parole del killer furono: "Non dovevi mettermi contro i figli"
E' stato convalidato l'arresto di Umberto Efeso, l'autotrasportatore di 57 anni che nella mattinata di mercoledì 13 agosto ha ucciso la ex moglie Tiziana Vinci a coltellate, mentre la donna era al lavoro in una villa della Spezia.
La magistratura ha confermato l'ipotesi di reato, ovvero quella di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione e dal vincolo coniugale.
Nell'ordinanza di convalida firmata dal gip Lottini, la ricostruzione dell' uccisione in base alle parole della testimone, la collega di Tiziana Vinci, che ha assistito all'omicidio e che ha riferito le parole di Efeso alla moglie dopo la prima coltellata al fianco: "non dovevi mettermi contro i figli".
Efeso ha 'confessato' di aver ucciso la donna al suo datore di lavoro, l'imprenditore della Logistica Alessandro Laghezza, che era anche il datore di lavoro di Tiziana, con un messaggio vocale. Alle 11:48 ha infatti inviato al cellulare di Laghezza il messaggio nel quale si scusava e chiedeva perdono, incolpando però i figli di aver "condizionato la madre". "E ora devono piangere amaro - ha detto Efeso nel messaggio -, la devono tenere sulla coscienza. Loro l'hanno ammazzata, io l'amavo mia moglie. Era la vita mia mia moglie" Poco prima, alle 11:30 circa, Efeso ha mandato anche un messaggio vocale a un amico: "Ho ammazzato mia moglie" ha detto, anche in questo caso incolpando i figli
Quella mattina, Efeso si era recato nella villa di via Genova nonostante su di lui fosse stato disposto il divieto di avvicinarsi alla ex moglie, dopo varie denunce da parte della donna. L'uomo portava infatti un braccialetto elettronico alla caviglia che, fatalità, quel giorno non entro' in funzione per allertare le forze dell'ordine.
Da quanto emerso, Tiziana Vinci non avrebbe avuto con sé il terminale che, se troppo vicino al braccialetto dell'uomo, avrebbe emesso seduta stante un segnale di pericolo. La donna potrebbe averlo dimenticato per errore, ma nei giorni precedenti aveva già segnalato un malfunzionamento dell'apparecchio.
Dopo il delitto, Umberto Efeso si era consegnato spontaneamente ai carabinieri della stazione di Ceparana, confessando l'assassinio. Rimarrà ora da stabilire la condanna per il 57enne
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