Falsi report sui viadotti, l'ad di Autostrade "era a conoscenza di alcuni documenti nascosti"

di Redazione

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L'inchiesta si allarga, altri 5 ponti nel mirino della Procura

Falsi report sui viadotti, l'ad di Autostrade "era a conoscenza di alcuni documenti nascosti"

Ci sono altri 5 viadotti nel mirino degli investigatori che indagano sul filone dei falsi report, l'inchiesta nata da quella sul crollo del ponte Morandi. Si tratta del viadotto Carlo Alberto, del Baudassina e del Ferrato nell'alessandrino e del Gorsexio e Stura III tra i caselli di Voltri e Masone, in A26. Al vaglio degli inquirenti c'erano già il Pecetti e il Gargassa (A26), il Sei Luci, il Teiro e il Costa (A10), il Bisagno e il Veilino (A12). I nuovi accertamenti nascono dall'analisi delle mail e dei documenti sequestrati nell'inchiesta bis che a settembre aveva portato 3 persone agli arresti domiciliari e 6 misure interdittive, tra Aspi e Spea. A insospettire i pm sarebbero stati i voti alti dati a viadotti con "appoggi molto corrosi e inefficaci" e "con ammaloramento diffuso sui bulbi inferiori". La procura ha nominato propri consulenti per approfondire questi aspetti, anche Spea e Aspi stanno provvedendo a rimappare lo stato di salute dei viadotti finiti sotto la lente affidandosi anche a società esterne.

"Autostrade per l'Italia evidenzia che su 4 di tali infrastrutture, già oggetto di normale attività di sorveglianza, è stata effettuata una serie di verifiche ulteriori da parte di società esterne specializzate che non hanno rilevato criticità di ordine statico". Lo afferma Aspi in una nota commentando la notizia di 5 ulteriori viadotti finiti sotto la lente d'ingrandimento della procura genovese. Sul quinto viadotto, il Baudassina, "le verifiche ulteriori di società terze, rispetto a quelle ordinarie regolarmente effettuate, si concluderanno entro il mese corrente". La Direzione di Tronco di Genova si è detta "disponibile a fornire qualsiasi approfondimento necessario sulle analisi svolte e, più in generale, sugli interventi di manutenzione realizzati e in programma". Aspi precisa inoltre che "il trasporto eccezionale Cram non è mai transitato sul Viadotto Pecetti, in direzione Nord. La richiesta della società di autotrasporto prevedeva infatti un percorso di andata via Nord della A26 e di ritorno via Sud. L'autorizzazione per il percorso di andata venne negata dalla Direzione di Tronco di Genova - scrive Aspi -, proprio in seguito alla segnalazione da parte di Spea del difetto su una trave di bordo del viadotto Pecetti, difetto che peraltro era già stato compensato escludendo al traffico la corsia di marcia soprastante. Il trasporto eccezionale è transitato quindi soltanto al ritorno sulla via Sud, secondo le specifiche prescrizioni contenute nella relazione Spea".

La procura di Genova ha aperto un fascicolo, per atti relativi, dopo l'esposto presentato dai consiglieri del Movimento 5 Stelle sulle condizioni del viadotto Bisagno. Il fascicolo è stato assegnato per competenza al pubblico ministero Walter Cotugno, che indaga sui falsi report sui viadotti autostradali. Nell'esposto si chiedeva di verificare eventuali responsabilità di chi ha fatto i controlli sulla struttura e avviare una 'task force' indipendente per valutare lo stato di salute della struttura. La stessa procura aveva fatto una prima ispezione con propri tecnici. Autostrade per l'Italia ha sempre rassicurato sulla tenuta statica del viadotto, ricordando come siano in programma e in atto interventi di monitoraggio e manutenzione, su giunti e piano stradale. Entro l'anno, inoltre, dovrebbero partire lavori di ristrutturazione della struttura.

Il nuovo Ad di Autostrade, Roberto Tomasi, sapeva che il direttore dell'VIII tronco di Bari, Gianni Marrone, non aveva fornito documenti all'ispettore del Mit Placido Migliorino e che aveva omesso di dare documentazione alla guardia di finanza nel corso di una perquisizione. E' quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche depositate al Riesame nell'ambito dell'inchiesta bis sui report edulcorati che a settembre ha portato a tre arresti domiciliari e sei interdittive, tra tecnici e dirigenti di Aspi e Spea. In particolare, il 31 gennaio, all'indomani della notizia sul nuovo filone di indagine sui falsi rapporti sullo stato di salute dei viadotti, Tomasi chiama Marrone per sapere di cosa si tratta. "Marrone spiega che - si legge nell'annotazione della gdf - l'armatura rinvenuta in sede di indagine sulla trave è difforme dal progetto del 1974, che non hanno fornito dei documenti a Migliorino nel corso delle ispezioni del ministero e che nel corso delle perquisizioni" della gdf "hanno volontariamente omesso di consegnare la documentazione di collaudo e i certificati dei materiali". Da quanto trapela in procura la conversazione è al centro di approfondimenti investigativi. I due al telefono si domandano come possa essere partita l'indagine sul Paolillo, il viadotto in Puglia. Marrone spiega all'amministratore che è stato Migliorino a segnalare alla procura di Genova. Per Marrone, l'ispettore sta segnalando, in quel periodo, tutte le presunte criticità solo perché vuole fare carriera.

L'ad di Autostrade per l'Italia Roberto Tomasi chiarisce che "in realtà nel colloquio con il geom. Marrone veniva espressamente chiesto allo stesso di chiarire la propria posizione direttamente alla magistratura, in modo da consentire una puntuale ricostruzione dei fatti. Tale telefonata avveniva alla fine del mese di gennaio 2019, in occasione delle prime notizie stampa riguardanti il Paolillo, mentre i fatti oggetto della conversazione si riferivano ad ottobre del 2018". Lo afferma lo stesso Tomasi in una nota. "Successivamente a tale conversazione, - spiega sempre la nota - e a prescindere dalla determinazione del geom. Marrone di confrontarsi con la Procura di Genova, l'ing. Roberto Tomasi attivò tutte le verifiche interne per accertare i fatti. Gli esiti delle verifiche sono stati riportati sulla homepage del sito di Autostrade per l'Italia nell'ambito dell'operazione di 'trasparenza totale' promossa dalla società. Nel mese di giugno 2019 il geom. Marrone è stato destinato ad altro incarico non operativo all'interno della Società e sospeso successivamente al provvedimento cautelare che lo ha interessato".