Ex Ilva, niente sciopero a Cornigliano. Almeno per adesso...

di Redazione

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L'rsu avverte: "Partiremo non appena verrà toccato anche un solo lavoratore"

I 5000 esuberi messi sul piatto alla stregua di una minaccia da Arcelor Mittal durante l’incontro fiume di ieri a Roma con il governo, sono risuonati come una bomba. A Taranto ma non solo. Ovvio che la maggior parte dei tagli colpirebbe lì, dove avviene gran parte della produzione, visto anche che Arcelor ha ribadito di non poter far uscire dagli altoforni dell’ex-Ilva più di 4 milioni di tonnellate all’anno. Meno di quanto facessero i tre commissari straordinari prima dell’accordo con il colosso franco-indiano.

"Il governo si è detto disponibile a fare tutto ciò che può per risolvere la situazione - ha detto alla Camera il ministro per lo sviluppo economico Stefano Patuanelli - ma da Arcelor Mittal ha ricevuto come risposta che, a prescindere da tutte le evidenze e le questioni aperte, anche risolte quelle, l'azienda non si impegna a produrre piu di 4 milioni di tonnellate d'acciaio all'anno, chiede 5mila esuberi e non si impegna in alcun modo sul fatto che si tratti solo di misure contingenti, vista la difficoltà del mercato. Chiedo a tutte le forze politiche un atto di responsabilità perché questa vertenza la risolviamo solo come sistema paese. Noi vogliamo essere seri e credibili e diciamo a quella società che non può firmare un contratto e poi, dieci mesi dopo, disattenderlo".

Genova intanto sta già assistendo al calo degli arrivi di materiale da Taranto e – come denunciato dai sindacati – ci si avvia verso il blocco della produzione. La giornata è stata scandita dalle ore di sciopero, indette prima a Taranto dalla Cisl e poi anche in tutti gli altri stabilimenti dalle tre sigle sindacali riunite. A Genova, venerdì mattina i lavoratori si riuniranno in assemblea a partire dalle 8,30 e verranno stabilite le modalità della protesta, per la quale è già stata incassata la solidarietà delle istituzioni locali.

"Noi vogliamo che il business dell'acciaio sia mantenuto - ha detto anche il sindaco di Genova Marco Bucci - e che i posti di lavoro a Genova siano mantenuti. Il problema delle aree lo potremo facilmente risolvere, una volta risolto quello dei posti di lavoro. Le soluzioni si possono trovare, facendo zero demagogia ma lavorando sui risultati e sulle potenzialità".

In serata, le rappresentanze sindacali del polo genovese hanno fatto sapere che per il momento non ci saranno scioperi o cortei: ai 1016 dipendenti si aggiungeranno i 280 già in cassa integrazione, per l’assemblea di tutti i lavoratori. Dentro o fuori dall’azienda – riferiscono i sindacati - nel caso in cui la proprietà decida di non far entrare quelli che non sono alle dipendenze di Arcelor. L’avvertimento però è chiaro: “Partiremo con gli scioperi non appena verrà toccato anche un solo lavoratore. Domani sentiamo l'esigenza di un confronto tra tutti i siderurgici genovesi - spiega il coordinatore dell'rsu Armando Palombo - quelli che stanno dentro la fabbrica e quelli che non sono stati assunti, tanto più dopo la lettera di Mittal che dice che dovremo ritornare tutti sotto Ilva in amministrazione straordinaria".