Emissioni in crescita, consumi stabili: l’allarme ENEA sulla transizione energetica

Nel primo semestre del 2025, l’Italia ha visto un’inversione di tendenza sulle emissioni di CO₂, tornate a salire dell’1,3% dopo due anni di calo, nonostante i consumi energetici complessivi siano rimasti pressoché invariati. Lo segnala l’analisi trimestrale di ENEA, che evidenzia anche un peggioramento significativo nell’andamento della transizione energetica, misurato da un calo del 25% dell’indice ISPRED.

Il quadro evidenzia forti squilibri: da un lato la domanda di gas naturale è cresciuta del 6% per effetto di un inverno più rigido, dall’altro la produzione da fonti rinnovabili è scesa del 3%, penalizzata soprattutto dal calo dell’idroelettrico e dell’eolico, solo in parte bilanciato dalla crescita del fotovoltaico.

Sul fronte industriale, il peso dei costi energetici elevati si fa sentire: il prezzo medio dell’elettricità in Italia ha toccato i 120 €/MWh, quasi il doppio rispetto a Spagna e Francia. Una dinamica che incide negativamente soprattutto sui settori energivori, ancora in ritardo rispetto al resto della manifattura.

A livello settoriale, i trasporti hanno registrato un lieve calo dei consumi (-1%), mentre sono aumentati nel settore civile (+3%), trainati da maggiori esigenze di riscaldamento e da una domanda elettrica in crescita negli uffici e servizi. La domanda elettrica nazionale è salita solo dello 0,4%, segnalando una stagnazione nell’elettrificazione dei consumi.

Nonostante ciò, la sicurezza energetica appare solida, anche grazie all’avvio del rigassificatore di Ravenna, che tra maggio e giugno ha reso il gas liquefatto la principale fonte di approvvigionamento del Paese.

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