Egle Possetti tuona contro chi difende Castellucci: "Abbiano il decoro di tacere"
di M.C.
“Questi manager dovrebbero farsi da parte, manca etica nel loro operato”. Con parole dure, Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, interviene sul dibattito aperto negli ultimi giorni dal Foglio, che ha ospitato un articolo di Luciano Violante e un altro con citazioni di Vito Gamberale, entrambi a difesa delle figure manageriali dopo la condanna definitiva in Cassazione dell’ex ad di Autostrade Giovanni Castellucci per la strage di Avellino.
Critica – Secondo Possetti, la linea che tende a deresponsabilizzare i manager “perché non possono controllare direttamente ogni fase del lavoro” non regge: “Non sempre i manager sono scelti per le loro capacità, ma spesso per la loro abilità nello spolpare le aziende. Molte delle realtà da loro guidate hanno poi fatto una brutta fine. Inoltre la catena dei collaboratori agisce sempre secondo gli input, più o meno espliciti, emessi dal vertice per raggiungere obiettivi che non coincidono con il bene aziendale o con l’efficienza dei servizi”.
Responsabilità – Per la presidente del Comitato, la responsabilità dei vertici resta diretta: “Se si pongono obiettivi di sicurezza devono corrispondere risorse e tempi adeguati, altrimenti rimarranno lettera morta. I manager questo lo sanno bene: non si può pretendere l’esecuzione di certi lavori senza una organizzazione aziendale che li regga, con costi inevitabilmente maggiori e qualche utile in meno”.
Etica – Possetti sottolinea che la sua posizione non è mossa da vendetta, ma da un principio di pulizia e responsabilità: “La nostra lotta è per il futuro e per il bene comune. Se alcuni investitori stranieri non verranno più in Italia perché non è più il paese del ‘Bengodi’, pazienza: arriveranno imprenditori più seri, che abbiano chiare le regole del gioco”.
Fallimento – In caso di condanne, prosegue Possetti, il problema non è la giustizia che punisce, ma l’intera società che non ha saputo prevenire: “Se queste persone finiscono in galera è un fallimento di tutti coloro che negli anni hanno avuto il potere di cambiare e non l’hanno fatto. Basta con gli opinionisti che difendono una sorta di ‘Nomenklatura’ intoccabile: guardiamo in faccia la realtà delle cose e queste persone abbiano almeno il decoro di tacere”.
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