Economia circolare, dalla Regione via ad altri 15 progetti. L'assessore Piana: "Investimenti superiori ai 3.3milioni"
di Redazione
Filse ha recentemente ammesso a co-finanziamento regionale cinque progetti
Quindici aziende liguri hanno richiesto complessivamente a Regione Liguria un co-finanziamento superiore ai 2 milioni di euro per avviare progetti volti alla conversione dell’attività d’impresa da un approccio lineare a uno circolare. Questo è il risultato comunicato da Filse, la Finanziaria Ligure per lo Sviluppo Economico, alla chiusura della seconda finestra del bando dedicato agli investimenti in favore dell’economia circolare, a valere sull’azione 2.6.1 del PR FESR 2021-2027.
“Per traguardare un modello industriale regionale più razionale e conservativo, che accompagni le imprese nel processo di re-immissione delle materie prime nella catena del valore, Regione Liguria ha attivato un bando sperimentale che, con un co-finanziamento in parte a fondo perduto e in parte a prestito, copre l’80% delle spese effettuate - spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico Alessio Piana -. Un contributo fattivo per ridurre gli sprechi e aumentare le opportunità di sviluppo delle nostre attività, che potrebbe generare, in caso di ammissibilità di tutti e 15 i progetti, oltre 3,3 milioni di euro di investimenti in economia circolare sul territorio”.
Filse, infatti, con decreto dirigenziale ha recentemente ammesso a co-finanziamento regionale cinque progetti sulla prima finestra del medesimo bando. Tra questi sono risultati ammissibili i progetti di: una piscina chiavarese che, tramite l’installazione di un potabilizzatore di ultima generazione, eviterà di sprecare 26.000 metri cubi d’acqua all’anno, re-immettendoli nel circuito di trattamento; un'impresa della cantieristica navale spezzina che, con il suo progetto, intende recuperare, attraverso la depurazione, l'acqua di cantiere; un'azienda della Val Bisagno specializzata nella lavorazione dei marmi che, con il nuovo banco di lavoro, ridurrà gli sprechi di materia prima del 15%, durante il processo di taglio delle lastre di marmo, reimpiegando gli scarti per la produzione di ghiaia, pietrisco e graniglia ad uso edilizio e per la produzione di articoli di arredamento in marmo-resina.
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