Donna uccisa a coltellate alla Spezia dall'ex marito: l'uomo aveva il braccialetto elettronico ma non ha funzionato
di F.S.
Indagini dei carabinieri: vittima e killer sono italiani. Le reazioni di sdegno del mondo politico
Sapeva che il suo ex marito era violento, e per questo l'aveva denunciato più volte, sapeva che non poteva distrarsi, che doveva stare attenta, ma non poteva immaginare che oggi sarebbe morta per tre coltellate in un fianco, lasciando nel dolore più assoluto sei figli, gli amici, i parenti. Tiziana Vinci è morta così in un lago di sangue nella bella villa di un imprenditore dove lavorava come collaboratrice domestica. A ucciderla Umberto Efeso, il suo ex marito, l'uomo che aveva denunciato più volte per stalking e violenze, l'uomo che aveva alla caviglia un braccialetto elettronico che non funzionava dovuto a quel 'Codice rosso' che dovrebbe aiutare a salvare le vittime della violenza di genere.
La storia della separazione di Tiziana e Umberto è una storia fatta di violenza. Di persecuzioni, di minacce. Così tante e così frequenti da aver costretto la donna a denunciare tutto ai carabinieri. A giugno, l'ennesima denuncia trasforma il grido d'aiuto di Tiziana in un 'Codice rosso' che introduce misure urgenti per la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Codice rosso che aveva portato nel giro di 48 ore l'applicazione e l'attivazione del braccialetto elettronico sulla caviglia di Umberto. Uno strumento di controllo che, quando funziona, può veramente aiutare le vittime di violenza a tenere lontano chi le perseguita. In più, un mese dopo l'attivazione del braccialetto, il questore della Spezia aveva firmato un provvedimento con il quale ammoniva l'uomo a non avvicinarsi alla donna. Era luglio.
Ma l'uomo ha ignorato l'ammonimento. E in più questa volta volta il braccialetto non ha funzionato. In verità i carabinieri della Spezia, che avevano in carico quel Codice rosso, si erano subito accorti del malfunzionamento del dispositivo e immediatamente hanno segnalato più volte la cosa all'azienda privata che ne gestisce la manutenzione, ma l'intervento di revisione non è stato fatto. E così Umberto Efeso ha avuto le mani libere.
Stamani, poco dopo le 11, l'uomo è andato alla villa dell'imprenditore sulla collina della Spezia. Sapeva che la sua ex moglie era lì a lavorare. E' entrato, l'ha vista. Hanno discusso. Poi lui ha tirato fuori il coltello e mentre con una mano la teneva ferma con l'altro ha inferto in rapida successione tre coltellate al fianco.
Uno dei colleghi della donna ha sentito le urla e ha fatto in tempo a vederla crollare a terra e l'uomo correre alla macchina e scappare via. Ha subito chiamato i soccorsi. Sul posto medici e paramedici inviati dal 118 hanno provato e riprovato a salvarle la vita con le manovre di rianimazione ma per la donna non c'era già più nulla da fare. L'unica cosa che rimaneva da fare era circoscrivere l'area del delitto, sentire i testimoni, cercare l'arma del delitto che fino al tardo pomeriggio non era ancora stata trovata. I carabinieri, arrivati immediatamente, si sono messi alla ricerca dell'uomo. Dopo un'ora è arrivata la telefonata del maresciallo della caserma di Ceparana: "Umberto Efeso è qui". L'uomo si era costituito. Poi è arrivato il magistrato di turno, è iniziato l'interrogatorio e mentre lui raccontava il suo 'perché' ai carabinieri e al magistrato, proprio nello stesso momento il corpo della ex moglie veniva composto nella sala mortuaria dell'ospedale Sant'Andrea della Spezia, in attesa dell'autopsia. In attesa che si stabilisca il 'come' e il 'quando'. Quando sarà accertato tutto questo, quando verrà compreso un incomprensibile 'perché', dopo tutto questo il corpo di Tiziana Vinci potrà essere restituito ai suoi sei figli.
Regione Liguria - "L'ennesima aggressione che oggi ha colpito una donna che stava svolgendo il suo lavoro ci addolora profondamente e ci richiama alla responsabilità di non abbassare mai la guardia. Alla famiglia della vittima esprimo, a nome mio e della Regione Liguria, il più sincero cordoglio". Lo ha dichiarato l'assessore alle pari opportunità Simona Ferro - "Di fronte a simili tragedie è necessario un impegno costante delle istituzioni, delle forze dell'ordine e della società civile per prevenire e contrastare la violenza di genere, sostenendo concretamente le donne che chiedono aiuto e rafforzando la rete di protezione. La Regione Liguria è quotidianamente impegnata in questo lavoro, anche attraverso il sostegno ai centri antiviolenza presenti sul territorio, affinché ogni donna possa trovare ascolto, protezione e vie concrete di uscita da situazioni di pericolo ai primi segnali di allarme, che non vanno mai sottovalutati - conclude -. La cultura del rispetto e della parità deve diventare un patrimonio condiviso, perché nessuna donna debba più vivere nella paura"
Pd Liguria -“A Spezia l’ennesimo femminicidio che coinvolge una donna vittima della violenza del suo ex marito impone una riflessione e interventi adeguati. Occorre un più serio investimento sull’efficacia delle misure cautelari oltre l'incremento e la specializzazione di personale dedicato e un migliore funzionamento dei braccialetti elettronici in modo da rendere effettivo l'intervento di personale in tempi brevi. L'azione del Governo continua a concentrarsi nell'incremento delle pene, ma non basta e non è risolutivo. Bisogna intervenire meglio e di più sull’attuazione delle misure di protezione delle donne e sulla prevenzione, rafforzando e rendendo davvero efficaci le misure già in essere. Non è tollerabile che ancora una volta un’altra donna venga uccisa nonostante le disposizioni di allontanamento a cui l’uomo è stato sottoposto. Non servono nuove misure se non sono accompagnate dai finanziamenti necessari ad investire sul rafforzamento delle misure di tutela oltre che su cultura della prevenzione che continua a essere trascurata”, così la vicepresidente Gruppo PD alla Camera e componente Commissione Femminicidi Valentina Ghio, insieme alle consigliere regionali PD Carola Baruzzo e Katia Piccardo in merito al femminicidio.
Siap: "Necessaria prevenzione" - Il SIAP Liguria denuncia le gravi falle nel sistema di prevenzione contro la violenza di genere. Per voce del segretario genovese Roberto Traverso, il sindacato evidenzia la carenza di personale investigativo in Liguria e chiede un potenziamento urgente degli organici, un rafforzamento delle unità dedicate al Codice Rosso, la revisione del sistema dei braccialetti elettronici e un miglior coordinamento tra le istituzioni. "La prevenzione – sottolinea – è l’unico strumento reale per salvare vite."
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