Dalla Cina al Galliera per imparare a curare le thalassemie
di Redazione
Visita del ministero della Salute cinese al centro della microcitemia e anemie congenite dell'ospedale genovese
Una visita inconsueta direttamente dalla Cina verso gli Ospedali Galliera di Genova: nella mattina del 24 ottobre una delegazione di esponenti del Dipartimento di salute materno-infantile del Ministero della Salute Cinese, della Fondazione per il sostegno delle politiche per i difetti congeniti e dell’Istituto filantropico di Ricerca dell’Università Normale di Pechino, ha visitato il Centro della Microcitemia, delle anemie congenite e del dismetabolismo del ferro dell’Ospedale Galliera, eccellenza della sanità nazionale ed internazionale per la cura delle thalassemie e delle emoglobinopatie.
Tra gli obiettivi della visita il consolidamento degli scambi culturali e la cooperazione del governo cinese con l’Italia e Cipro (altro Paese leader nella prevenzione e cura della thalassemia), l’acquisizione di moderne politiche socio-sanitarie per la presa in carico dei pazienti e delle famiglie affette da thalassemia, la valutazione di possibili investimenti e partecipazione sociale del governo cinese a Cipro e in Italia.
Gli ospiti sono stati ricevuti dal Direttore Generale Adriano Lagostena, dal responsabile del Centro della Microcitemia Gian Luca Forni e dai membri dell’Associazione Ligure Thalassemici, che su richiesta della Thalassaemia International Federation (TIF) ha curato l’organizzazione della visita. Al termine della visita i componenti della delegazione si sono definiti molto soddisfatti riguardo all’opportunità di aver visitato un centro di eccellenza come quello del Galliera dal quale hanno appreso le strategie di prevenzione, diagnosi e cura di un gruppo di patologie che in Cina hanno una prevalenza elevatissima nelle 10 province meridionali e comportano quindi un carico socio-sanitario estremamente rilevante. Il quadro epidemiologico di queste patologie in Cina è ancora indefinito ma si stima possa esserci un numero elevatissimo di pazienti in considerazione delle alte percentuali di portatori sani che in alcune province superano il 40% dei residenti.
In Italia la popolazione dei pazienti affetti dalle varie forme di thalassemia si aggira intorno alle 7000 unità con tasso percentuale di portatori sani intorno al 4% e in presenza di programmi di prevenzione e screening molto avanzati. È quindi facile immaginare quale sia la portata potenziale delle persone affette e la loro condizione in Cina dove non esistono programmi di prevenzione definiti e la presa in carico dei pazienti non sempre segue gli approcci consigliati dalle linee guida internazionali.
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