D'Amico: "Una ZES di salvaguardia per la ripartenza dell'Italia dopo l'emergenza"
di Marco Innocenti
La proposta in un webinair organizzato dal Propeller Club of Milan
Il 21 maggio The International Propeller Club of Milan, presieduto da Riccardo Fuochi, ha organizzato un interessante webinar dedicato all’approfondimento dell’istituto della Zona Economica Speciale, un tema di grande attualità ancor più in questo delicato periodo storico, in cui è necessario individuare soluzioni concrete per la ripresa economica del Paese post COVID-19. Per l’occasione è stato invitato come relatore l'avvocato Maurizio D’Amico, membro dell’Executive Board della Federazione Mondiale delle Zone Franche e delle Zone Economiche Speciali - FEMOZA, nonché esperto a livello nazionale ed internazionale sull’argomento. Dopo i saluti iniziali del Presidente Fuochi e del Presidente dell’International Propeller Club Nazionale Umberto Masucci, è iniziata la relazione di D’Amico, intitolata “La Zona Economica Speciale ‘di Salvaguardia’ del patrimonio produttivo nazionale per la nuova partenza dell'Italia al tempo del COVID-19”.
Il relatore, dopo avere descritto analiticamente le caratteristiche delle zone economiche speciali, ha evidenziato i limiti dell’attuale quadro normativo italiano dedicato alle ZES e a similari istituti, come le Zone Logistiche Semplificate, che hanno impedito finora, diversamente da ciò che è avvenuto all’estero, il decollo di tali eccezionali strumenti di accelerazione dello sviluppo economico.
Tale fallimentare start-up - ha affermato D’Amico - è in gran parte riconducibile al modello italiano delineato dal frammentato quadro normativo, dal quale è scaturito tutt’al più un simulacro di Zona Economica Speciale, che non corrisponde né per l’entità delle agevolazioni e dei benefici previsti (ad esempio gli incentivi fiscali sono inconsistenti), né per il quadro della governance prescelta, alle ZES vere e proprie unanimemente riconosciute come vincenti a livello internazionale.
"Quanto alle agevolazioni amministrative - ha continuato - il tema delle semplificazioni come è affrontato, le rende ben poca cosa, anzi si può dire che sono del tutto inconsistenti, anche considerando che l’Italia ha il ben poco invidiabile primato di avere, forse, il più burocratico apparato amministrativo del mondo, con un gravoso sistema legislativo e regolamentare, molto elefantiaco, confuso, frammentato e grammaticalmente carente (si vedano gli ultimi rapporti internazionali) che non può che scoraggiare qualsiasi imprenditore, anche il più ostinato, desideroso di investirvi".
Per tale ragione l’avvocato D’Amico ha illustrato la sua proposta di istituire la Zona Economica Speciale “di Salvaguardia” del patrimonio produttivo nazionale, che sarebbe finalizzata da un lato ad eliminare i precitati limiti rivitalizzando il modello italiano e colmando l’assenza di una vision di lungo periodo, dall’altro ad aiutare il tessuto produttivo nazionale ad una “nuova partenza” con vigore, assicurandogli concretamente un ambiente operativo business-oriented, dove il regime applicato è molto più coerente con le esigenze delle imprese.
Infine l’avvocato D'Amico si è soffermato sul tema dei benefici ricavabili dall’estensione del quadro normativo relativo alle Zone Economiche Speciali (e degli istituti similari) al settore dell'Orange Economy, per la ripresa in particolare delle imprese culturali, dell’industria creativa e dell’industria del turismo. In particolare, attraverso l’illustrazione di modelli vincenti di ZES specializzate a livello internazionale nel settore dell'arte, ha descritto i possibili vantaggi ricavabili a beneficio dell’intera filiera del mercato dell’arte, delle imprese del comparto logistico di riferimento ed anche del circuito museale. Attraverso l’introduzione delle agevolazioni e degli incentivi, tipici delle Zone Economiche Speciali, nel settore della cultura e dell'arte, di cui l’Italia è la culla di fronte al mondo - ha sostenuto D’Amico - il Sistema Paese potrebbe acquisire vantaggi e competitività finora sconosciuti, con sicure ricadute positive in termini di crescita del volume di affari e di opportunità occupazionali.
"L’unicità mondiale dell’eredità culturale ed artistica italiana abbinata all’utilizzo da parte del Governo del regime business-oriented tipico delle zone economiche speciali - ha concluso D’Amico - potrebbe costituire una delle possibili soluzioni endogene alla crisi economica post-COVID19, in un settore che prima del lockdown contribuiva in maniera rilevante al PIL complessivo del Sistema Paese".
Al termine della relazione si è sviluppato un interessante dibattito tra il relatore e i partecipanti al webinar, con gli interventi in particolare del Presidente Riccardo Fuochi, del Presidente di Arterìa Alvise di Canossa, del Presidente dell'International Propeller Club Nazionale Umberto Masucci, di Franco Larizza, Amministratore unico di LC Larizza Consulting.
Infine il Presidente Riccardo Fuochi, nel salutare i partecipanti, ha concluso l’appuntamento con un messaggio chiaro: il “New Deal Italia” potrebbe veramente iniziare partendo anzitutto dalla cultura e dall’arte.
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