Crocefieschi: dopo la paura, ora la scuola diventi un simbolo dell'entroterra
di Gilberto Volpara
A quel gioiello della didattica travolto dalla frana deve essere garantito un futuro
È una frase fatta affermare “tragedia sfiorata o poteva essere una tragedia”. Tuttavia, quanto successo nella prima serata di marzo, a Crocefieschi, rientra appieno in quella categoria. Se la frana si fosse staccata di giorno, con i bambini all’interno, non è immaginabile il risultato.
Dunque, c’è da essere felice nella tristezza. C’è da ringraziare perché in quel crollo non c’è stato alcun ferito.
Poi, però, soltanto qualche ora dopo il sospiro di sollievo che - va sempre ricordato - ha riguardato pure una casa abitata, solo lambita dal maxi masso, non può essere messo da parte il futuro.
Se oggettivamente pare improbabile, tanto oggi quanto a settembre, una ripartenza della scuola in quel sito, l’occasione non può essere colta per sotterrare, ancora una volta, le speranze dell’entroterra.
Quello era un gioiello della didattica, non tanto per le mura quanto per le persone. L’amministrazione ha investito, recentemente, soldi e determinazione per garantirgli un domani che viaggia a braccetto con quello del paese.
Adesso, la sfida resta una per il giovane sindaco Filippo Bassignana e il sistema Liguria dell’istruzione: fare della scuola un simbolo della montagna ligure, non farla chiudere.
È una strada tutta in salita, nessuno lo nega. Ma lo meritano i bimbi, le maestre, il personale. Lo merita Croce.
Da lì e magari da una nuova collocazione, sempre a Crocefieschi, passa un messaggio di speranza. Vera. Per vincere la maledizione di chi, scuotendo la testa, dice già “le cose belle sono destinate a sparire”.
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