Crevari: come salvare l'ultimo negozio? Telenord apre il dibattito, la proposta di Alessandro Cavo

di Gilberto Volpara

3 min, 2 sec

Questa è una priorità e se sì quale la vostra ricetta? Voce al presidente della Camera di Commercio

Crevari: come salvare l'ultimo negozio? Telenord apre il dibattito, la proposta di Alessandro Cavo

 

Quali soluzioni concrete per difendere il piccolo commercio dei borghi? Dopo i contributo di Federico Giacobbe e Rita Bruzzone rispettivamente "Orgoglio Genova Bucci" e Partito Democratico, quelli di Matteo Frulio, possibile candidato centro sinistra del Municipio Ponente, e Alessio Piana, Lega, nel dibattito di Telenord interviene il presidente della Camera di Commercio di Genova, Alessandro Cavo, numero uno anche di Confcommercio

Qui puoi consultare tutti gli interventi

https://telenord.it/crevari-come-salvare-l-ultimo-negozio-telenord-apre-il-dibattito-la-proposta-di-rita-bruzzone-86605  

https://telenord.it/crevari-come-salvare-l-ultimo-negozio-telenord-apre-il-dibattito-la-proposta-di-giacobbe-86553

https://telenord.it/crevari-come-salvare-l-ultimo-negozio-telenord-apre-il-dibattito-la-proposta-di-matteo-frulio-86722

https://telenord.it/crevari-come-salvare-l-ultimo-negozio-telenord-apre-il-dibattito-la-proposta-di-alessio-piana-86783

 

Questo il commento di Cavo. 

 

"L’articolo pubblicato da Telenord sull’imminente chiusura dell’ultima bottega di Crevari rappresenta uno spunto di riflessione fondamentale su una problematica che non riguarda solo un piccolo borgo, ma un fenomeno ben più ampio che tocca l’entroterra e i quartieri periferici della nostra città.


Da anni, come Confcommercio, denunciamo che i negozi nei piccoli centri e nelle frazioni collinari non hanno più le condizioni per sopravvivere.

Le ragioni sono note: costi di gestione identici a quelli di un esercizio commerciale in pieno centro città, una popolazione locale sempre più ridotta e anziana, e un cambiamento globale nelle abitudini di acquisto, che privilegia le grandi strutture di vendita.

Eppure, questi negozi non sono soltanto punti vendita: sono presidi sociali, luoghi di aggregazione e servizi indispensabili per chi, spesso, non ha alternative.


Riconosciamo il lavoro svolto dalla Regione Liguria, che con i bandi come "Cassa Commercio" ha introdotto alcune importanti premialità per sostenere queste realtà. Misure come i voucher per l’assunzione di personale o il pagamento dell’affitto per i primi cinque anni di attività per nuovi insediamenti sono segnali di attenzione che apprezziamo. Tuttavia, bisogna essere chiari: queste iniziative, per quanto utili, rappresentano solo un primo passo. E’ necessario supportare quelli esistenti.


La verità è che mantenere aperto un negozio nell’entroterra, o addirittura aprirne uno nuovo, rimane una sfida proibitiva. Serve un cambio di paradigma. Non possiamo continuare a trattare queste attività come semplici esercizi commerciali soggetti alla stessa tassazione e agli stessi costi di una grande catena in città.

 

Questi negozi, per il servizio che offrono, dovrebbero essere incentivati, sostenuti, e, perché no, premiati fiscalmente. È impensabile che debbano pagare le stesse tasse delle grandi strutture, quando spesso sono l’unico baluardo di vitalità per intere comunità.

Ma non basta parlare di commercio: il problema è più ampio e riguarda l’intero sistema dell’entroterra. Servono infrastrutture adeguate: strade efficienti, collegamenti che permettano alle persone di vivere e lavorare in questi luoghi senza sentirsi isolati. È necessario rendere queste zone attrattive per le nuove generazioni, creando le condizioni per una vera rinascita economica e sociale.
A oggi, purtroppo, si parla tanto, ma si fa ancora troppo poco. La chiusura della bottega di Crevari non è solo la fine di un’attività: è il simbolo di un fallimento collettivo.

Chiediamo quindi a tutte le forze politiche, in particolare in un momento cruciale come quello della campagna elettorale, di smettere con le parole di circostanza e di proporre soluzioni concrete, innovative e soprattutto realizzabili. Basta pensare ai negozi come semplici numeri: iniziamo a considerarli per quello che realmente sono, ossia il cuore pulsante delle comunità locali.

Confcommercio è pronta a fare la sua parte, come sempre, ma è necessaria una visione condivisa, coraggiosa e orientata al futuro. Continuare a ignorare il problema significa condannare Crevari – e tanti altri luoghi come Crevari – all’abbandono e alla desertificazione sociale".

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