Corrieri contro Amazon, il 22 marzo sarà sciopero: "Ritmi da piantagione di cotone"

di Marco Innocenti

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I sindacati: "Il colosso di Seattle deve prendere atto che il sindacato fa parte della storia del nostro paese e con questo deve confrontarsi"

Corrieri contro Amazon, il 22 marzo sarà sciopero: "Ritmi da piantagione di cotone"

Il prossimo 22 marzo tutti i corrieri che consegnano per Amazon si asterranno dal lavoro. Lo sciopero, di 24 ore, coinvolgerà anche il personale del magazzino e tutti i dipendenti diretti della multinazionale. A Genova a incrociare le braccia saranno circa 300 driver che lavorano per le società  Bs Trasporti, L&D S.r.l  e Jet Express S.r.l  per la filiera Amazon. "La trattativa odierna - scrivono in una nota congiunta FILT CGIL, FIT CISL, UILTrasporti ed Assoespressi - sulla piattaforma per la contrattazione di secondo livello della filiera Amazon, si è interrotta bruscamente a causa dell’indisponibilità dell’associazione datoriale ad affrontare positivamente le tematiche poste dal Sindacato".

"Nel contempo - prosegue la nota - le organizzazioni sindacali sono costrette a denunciare la latitanza di Amazon sul tavolo del delivery e l’assenza di risposte della multinazionale americana in relazione alla prosecuzione del confronto, avviato a gennaio scorso, relativamente al personale dipendente ed a quello che opera negli appalti dei servizi di logistica. Amazon manifesta, col suo comportamento inaccettabile, l’indisponibilità cronica ad un confronto con le rappresentanze dei lavoratori in spregio alle regole previste dal CCNL e ad un sistema di corrette relazioni sindacali. Il colosso di Seattle deve prendere atto, suo malgrado, che il Sindacato fa parte della storia e del percorso costituente del nostro paese e con questo deve confrontarsi, in Italia".

In Liguria già nel mese di luglio 2020 i sindacati confederali avevano provato a portare al tavolo delle trattative Amazon, per poter coinvolgere il colosso di Seattle nella piattaforma regionale prevista per tutti i corrieri. Accordo al quale BRT – SDA – GLS avevano negoziato e aderito. “Da subito Amazon ha palesato la sua indisponibilità a trattare con il sindacato – spiega Giovanni Ciaccio, coordinatore regionale logistica e trasporto merci Uiltrasporti - demandando l’eventuale trattativa ad un’associazione datoriale che avrebbe dovuto rappresentare tutti  i fornitori di Amazon. Purtroppo, dopo solo due riunioni, si è interrotta la trattativa. Eppure, il negoziato è continuato con  gli altri colossi delle e-commerce, fino a giungere alla firma del primo accordo storico con i committenti, un protocollo che regolamenta retribuzioni, orari di lavoro e franchigie dei dipendenti dei fornitori”.

“I corrieri che operano in SDA, DHL, BRT e GLS - prosegue Ciaccio - grazie all’accordo quadro sottoscritto, hanno ottenuto una disciplina dell’orario di lavoro, una retribuzione adeguata al lavoro che svolgono e carichi di lavoro regolamentati. I corrieri che operano per Amazon invece sono gestisti da un algoritmo ideato e gestito dalla multinazionale stessa, con dei carichi di lavoro e dei tempi che non si possono discutere. Spesso i lavoratori non sono in grado di fermarsi per mangiare un panino e per necessità  fisiologiche. Tutto questo non è umano, né civile, né accettabile".

"La misura è ormai colma - commentano anche Francesco Bottiglieri (Segretario Regionale Fit Cisl Liguria ) e Mirko Filippi (Coordinatore Regionale Fit CISL Liguria Logistica Trasporto Merci e Spedizione) - e questo è frutto dell’atteggiamento di Amazon che manifesta un’indisponibilità cronica ad un confronto con le rappresentanze dei lavoratori. Non è più accettabile la situazione che si sta vivendo per quanti riguarda i carichi di lavoro ormai diventati insostenibili con l’aumento delle spedizioni dell’e-commerce e per le pressioni psicologiche a cui i lavoratori, in primis i driver, sono sottoposti quotidianamente. Basti pensare che il loro orario di lavoro impostato sette giorni su sette, i percorsi, l’ordine delle consegne sono organizzati da un freddo algoritmo che spesso e volentieri costringe questi lavoratori a saltare il pasto e trattenere i propri bisogni fisiologici per ore e ore, facendo correre nel vero senso della parola i lavoratori meno esperti, non facendo mancare i questo modo i danni ai mezzi che ricadano sulle spalle di questi lavoratori".

"In ultimo ma non per importanza - aggiungono - la presenza di moltissimi, anzi troppi contratti di lavoro precari che hanno solamente lo scopo di tenere in soggezione i lavoratori che per lo più delle volte sono giovanissimi e appena affacciatisi al mondo del lavoro. Per queste motivazioni come Fit Cisl insieme alle altre Organizzazioni Sindacali Confederali  abbiamo detto basta è indetto la prima azione di sciopero che ne vedrà delle altre se le nostre richieste non verranno ascoltare. Come Fit CISL Liguria riteniamo che al primo posto ci debba essere la dignità e il rispetto della persona e fino a quando questo non ci sarà al 100% ci vedrà impegnati sempre in prima linea a difesa dei Lavoratori”