Coronavirus nelle Rsa, la Procura indaga sui tempi di richiesta dei dpi
di Marco Innocenti
I carabinieri del Nas hanno già acquisito documenti e mail dai registri dei dirigenti
Tra i filoni di indagine per epidemia colposa, per le morti nelle Rsa genovesi di anziani contagiati dal Coronavirus, spunta anche quello sui possibili ritardi nella richiesta di forniture e nella distribuzione di Dpi per il personale. In questi giorni i carabinieri del Nas, guidati dal maggiore Massimo Pierini, hanno acquisito bolle, mail e documentazione con cui i dirigenti delle strutture hanno chiesto l'invio dei dispositivi di protezione. I Dpi sono stati chiesti in tempo, anche prima della diffusione della pandemia in Italia? E, ancora, quando nel Paese sono arrivate le forniture sono state distribuite tempestivamente o ci sono stati ritardi?
I militari del nucleo specializzato, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Pinto e dai colleghi del gruppo Salute e sanità, stanno raccogliendo i numeri dei ricoverati e dei decessi nelle varie Rsa nell'arco degli ultimi tre anni per il periodo compreso tra febbraio e aprile. I dati verranno analizzati dal pool di esperti incaricati dalla procura, coordinati dal professore Icardi, in modo tale da avere un coefficiente di mortalità. Con quel coefficiente si potrà vedere se le strutture hanno avuto un incremento anomalo di morti rispetto agli anni precedenti l'epidemia.
Nel caso in cui si registrassero casi anomali, si andrebbe a vedere se sono state rispettate le linee guida del ministero della Salute: reparti Covid e Covid-free, personale separato, distribuzione dei Dpi, quarantena per i nuovi ricoverati. Nei giorni scorsi era emerso, da alcuni esposti anonimi, che alcuni direttori sanitari avrebbero imposto ai dipendenti di non indossare i dispositivi, a inizio pandemia, per non spaventare i degenti.
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