Coronavirus, Conte ufficializza il prolungamento delle restrizioni fino al 13 aprile

di Marco Innocenti

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"Altrimenti rischiamo di gettare al vento i sacrifici fatti finora"

Coronavirus, Conte ufficializza il prolungamento delle restrizioni fino al 13 aprile

Ha parlato in diretta Facebook da Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, confermando il prolungamento delle misure restrittive almeno fino al 13 aprile, come già annunciato in giornata anche dal ministro della salute Speranza.

"Il nostro paese sta attraversando la fase acuta dell'emergenza - ha detto il premier Conte - Oggi abbiamo superato i 13mila decessi e questo ci dice che non siamo nella condizione di allentare le misure restrittive. Detto questo, siamo in stretto contatto con il comitato tecnico scientifico che ci dice che si iniziano a vedere gli effetti delle misure. Per questo ho appena firmato il nuovo dpcm che proroga l'attuale regime delle misure sino al 13 aprile. Noi ci rendiamo conto che vi chiediamo un ulteriore sforzo ma dobbiamo afferrarlo tutti. Se smettessimo di rispettare le regole e iniziassimo ad allentare le misure, tutti gli sforzi sarebbero vani. Pagheremmo anzi un prezzo altissimo, economico e sociale e saremmo costretti a ripartire di nuovo e non possiamo permettercelo. C'è una sparuta minoranza che non rispetta le regole. Vorrei ricordare che abbiamo disposto sanzioni severe perché non possiamo permetterci che l'irresponsabilitò di pochi possa comportare un danno per tutti. E dobbiamo anche rispetto alle persone che rischiano la propria salute, esponendosi ai focolai di contagio".

"Mi dispiace che queste misure capitino a ridosso della Pasqua - ha aggiunto - Un momento di serenità, amore e pace fra di noi ma siamo costretti ad affrontare questi giorni di festività con questo regime restrittivo. Questo ci consentirà di valutare una prospettiva: nel momento in cui gli esperti ce lo consentiranno, inizieremo a valutare un allentamento ma non posso dire se sarà dal 14 aprile. Dovremo valutare quello che succederà e inizieremo a valutare di entrare nella fase 2, cioé la convivenza col virus adottando misure di allentamento per poi entrare nella fase 3, cioé l'uscita dall'emergenza e della ricostruzione, del rilancio della nostra vita sociale ed economica".

E sul ruolo dell'Europa: "Ho detto ai miei colleghi europei - ha detto Conte - che il Mes sia uno strumento inadeguato perché è nato per shock asimmetrici, per accompagnare certi paesi su un percorso economico virtuoso. Ho detto ai miei colleghi di non ripropormi il Mes perché esso non avrà alcuna considerazione agli occhi miei e del mio paese. Se il Mes verrà posto in un pacchetto più ampio di misure dove i soldi vengano messi a disposizione di tutti i paesi senza condizionalità eccessive, allora potrà divenire uno strumento per mettere in piedi una strategia europea che ci consenta di dire che l'Europa c'è, risponde con voce vigorosa e unitaria, dimostrando di essere un insieme coordinato di stati che fa fronte comune contro un nemico comune".