Confindustria Genova: "Transizione digitale per sviluppo di porto e infrastrutture"

di Redazione

I numeri di partenza dicono che in Liguria ci sono 3 mila aziende, con 30 mila addetti, in prevalenza pmi, che offrono prodotti o servizi hi-tech

La sfida si vince puntando sulle eccellenze che distinguono Genova, ma anche trasformando debolezze in punti di forza. Fra le proposte contenute nel "position paper" sulla transizione digitale, presentato oggi da Confindustria Genova alla presenza del presidente Umberto Risso, due vanno in questa direzione.

La digitalizzazione di tutti i dati del porto di Genova, dalle attività alla sicurezza, alla sostenibilità, e la creazione di un sistema predittivo, partendo proprio dal monitoraggio del territorio ligure, che è particolarmente fragile dal punto di vista idrogeologico, che permetta di leggere i segnali e intervenire in anticipo sugli eventi e sulle infrastrutture, e sia "esportabile". I numeri di partenza dicono che in Liguria ci sono 3 mila aziende, con 30 mila addetti, in prevalenza pmi, che offrono prodotti o servizi hi-tech o implementano soluzioni "altamente tecnologiche e digitali" nei loro processi produttivi.

La sfida è sviluppare a Genova "un ecosistema competitivo nel nuovo ciclo del digitale" per far crescere tutto il sistema economico locale, "mettendo insieme in progetti ambiziosi enti di innovazione e ricerca e imprese grandi e piccole". Le linee di azione individuate sono due: la prima riguarda la transizione della filiera industriale del territorio verso un'alta intensità digitale, l'altra prevede lo sviluppo di un'offerta di eccellenza di prodotti e servizi digitali da ottenere attraverso collaborazioni fra imprese grandi e piccole e la ricerca e appunto mettendo in piedi nuovi progetti.

Ma è necessario anche lavorare sulla formazione, perché mancano le figure richieste dal mercato, e sull'attrattività del territorio. "Dovremmo fare una politica insieme con le istituzioni locali - dice Fabrizio Ferrari, vicepresidente di Confindustria Genova con delega alla transizione tecnologica - per migliorare l'accoglienza per studenti, ricercatori, dottorandi per far sì che trovino un territorio aperto perché è l'unico modo per ridurre il gap di competitività. Non possiamo pensare di lavorare solo con persone che sono nate qui". La digitalizzazione è fondamentale per la stessa sopravvivenza delle pmi, così come l'alleanza con le grandi imprese.

"Siamo di fronte ad un nuovo ciclo del digitale che trasformerà le aziende e le filiere produttive: le grandi aziende come le vediamo noi diventeranno una sorta di piattaforme che integrano altre imprese, i processi e i dati" dice Andrea Campora, vicepresidente dei Confindustria Genova con delega alla transizione digitale. Quindi le pmi dovranno aumentare la capacità digitale in tema di cyber security, ad esempio, sostenibilità e integrazione dati e integrarsi nelle piattaforme, spiega Campora. Se i dati sono il nuovo petrolio, a proposito delle opportunità offerte dal passaggio dei grandi cavi digitali sottomarini che "atterrano" a Genova, Campora evidenzia: "Qualcuno dice che i dati sono l'oro del nuovo mondo ma bisogna avere la capacità di estrarli, bisogna saperli valorizzare. E' un'opportunità solo se quei dati vengono spillati e creiamo sul nostro territorio servizi a valore aggiunto, se non lo facciamo i dati passeranno e andranno in altre regioni o nazioni. L'oro ci passa sotto i piedi ma non lo portiamo a valore".