Chiavari, delitto Cella: il giallo dell'avvocato che litigò con Nada pochi giorni prima dell'assassinio
di Redazione
Un dettaglio finora inedito emerge dalle carte dell'inchiesta
Nada Cella, la segretaria del commercialista Soracco uccisa a Chiavari il 6 maggio 1996, forse litigò con un noto avvocato chiavarese alcune settimane prima di essere uccisa. E' un dettaglio che emerge dalle carte depositate dalla procura con la conclusione delle indagini. Ad agosto, la pm Gabriella Dotto, che ha coordinato l'inchiesta della squadra mobile, ha interrogato il legale per chiarire la vicenda. A riportare l'episodio era stata una testimone trovata dalla criminologa Antonella Pesce Delfino insieme all'avvocata della famiglia Cella, Sabrina Franzone.
La donna aveva raccontato che dopo l'omicidio era a casa di un amico e il padre di questo vedendo la foto di Nada sul giornale disse di averla vista qualche settimana prima mentre litigava con il noto avvocato davanti a una chiesa. La vicenda si legherebbe al segreto che la segretaria aveva scoperto e che riguardava il suo datore di lavoro, il commercialista Marco Soracco. L'uomo è indagato, insieme all'anziana madre Marisa Bacchioni, per favoreggiamento e false dichiarazioni al pm.
Per la procura avrebbero saputo da subito che l'assassina era Annalucia Cecere ma l'avrebbero coperta. Dalla riapertura dell'indagine, gli inquirenti hanno sentito circa 100 testimoni e rianalizzato tutta una serie di elementi all'epoca sottovalutati. Come la testimonianza di un commercialista che nel 1996 era stato incaricato di analizzare la contabilità di Soracco, quando questi era indagato 'per l'omicidio. Il consulente era stato intercettato mentre parlava con l'indagato di qualcosa che aveva riscontrato nelle sue analisi. La pm lo ha risentito nei mesi scorsi ma sarebbe stato reticente.
Gli agenti hanno poi trovato i diari di Cecere. L'ex insegnante, che per la procura avrebbe ucciso Nada per gelosia e per prenderne il posto al lavoro, li avrebbe scritti sia prima che anni dopo l'omicidio e conterrebbero riferimenti a persone e circostanze ritenute dagli inquirenti "interessanti",
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