Censimento permanente 2020: la Liguria ha perso 6.331 abitanti

di Redazione

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Il calo più marcato in termini percentuali nella provincia di Savona. Le famiglie unipersonali sono il 44,5 per cento, molte di più del dato nazionale. Cresce il livello di istruzione

Censimento permanente 2020: la Liguria ha perso 6.331 abitanti

È di poco più di un milione e mezzo di residenti la popolazione della Liguria a fine 2020.

Lo certificano i dati della terza edizione del Censimento permanente della popolazione che, al 31 dicembre 2020, ha 'contato' 1.518.495 residenti.

Rispetto al 2019, la popolazione è diminuita di 6.331 unità. Anche per il 2020 la Liguria si conferma come la regione più anziana d'Italia.

L'età media è di quasi 49 anni, rispetto ai 45 anni della media nazionale.

La provincia più anziana è quella di Savona, seguita da Genova. Imperia, invece, e La Spezia sono quelle più giovani.

Le donne rappresentano il 52 per cento della popolazione residente.

Popolazione in continuo calo soprattutto nell'entroterra.

Tra il 2019 e il 2020 tutte le province liguri hanno registrato un calo demografico.

Le flessioni maggiori a Savona (-0,8%) e La Spezia (-0,7%), mentre risultano più contenute nelle province di Genova (-0,3%) e Imperia (-0,1%).

In valore assoluto il calo più consistente si ha nel capoluogo di regione (-2.582 unità), seguono Savona (-2.080 unità) e La Spezia (-1.531).

La pandemia ha influito anche sull'indice di mortalità, che nel 2020 è cresciuto, passando dal 14,0 per mille al 16,7 per mille con un picco del 17,5 per mille nella provincia di Genova.

Le famiglie unipersonali rappresentano il 44,5% del totale, contro una media nazionale del 35,1%; quelle composte da due persone il 27,9%.

Le famiglie più numerose rappresentano nel complesso poco più di un quarto del totale.

Secondo il rapporto dell'Istat, cresce il livello di istruzione. Rispetto al 2019 diminuisce la popolazione con un basso livello di istruzione, quelli senza un titolo di studio passano dal 3,0% al 2,9%, le licenze elementari dal 15,2% al 14,6% e quelle di scuola media dal 28,5% al 28,2%.

Aumentano i diplomati, che sono passati dal 37,9% al 38,4%. (ANSA).