“C’è da fare”: la canzone per Genova di Paolo Kessisoglu con 25 big italiani

di Claudio Cabona

Il ricavato andrà ad Occupy Albaro per la creazione di un centro sportivo in Val Polcevera

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Sono ben venticinque i big della musica italiana coinvolti dal comico genovese Paolo Kessisoglu e dall’associazione Occupy Albaro per la realizzazione del brano “C’è da fare”, dedicato a Genova e alle vittime del crollo di Ponte Morandi. La canzone è stata presetata nella sede della Sony a Milano, sarà rilasciata venerdì 22 febbraio, e il ricavato sarà devoluto in beneficenza e investito in progetti nella Valpolcevera, una delle zona che ha sofferto di più in seguito alla tragedia del 14 agosto 2018. Il sogno è che con le donazioni in arrivo grazie alla canzone si possa costruire un centro sportivo polifunzionale, il progetto è seguito dall'associazione genovese Occupy Albaro. Una struttura permanente che simboleggi la solidarietà a favore dei genovesi da parte di tutta la popolazione italiana e che attraverso l’esercizio sportivo dia svago e piacere a chi lo pratica e a chi ne è spettatore. Per capire se tale ambizioso progetto è realizzabile bisognerà aspettare di conoscere l’importo delle donazioni, che, in caso contrario, saranno comunque destinate ad un’iniziativa di assistenza socio-sanitaria nella zona della Valpolcevera. Questi gli artisti che hanno preso parte al progetto: Annalisa, Arisa, Boosta, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Gino Paoli, Giorgia, Giuliano Sangiorgi, Ivano Fossati, Izi, J-Ax, Joan Thiele, Lo Stato Sociale, Luca Carboni, Malika Ayane, Mario Biondi, Massimo Ranieri, Mauro Pagani, Max Gazzè, Nek, Nina Zilli, Nitro, Raphael Gualazzi, Ron e Simona Molinari. Kessisoglu è grande appassionato di musica: con questo progetto è voluto passare dall’altra parte della barricata, vestendo i panni dell’autore. «Il giorno del crollo del ponte Morandi mi trovavo lontano negli Stati Uniti e non potendo fare nulla, trovato un pianoforte in una libreria di San Francisco, mi sono seduto e ho scritto questa canzone per Genova di getto – ha raccontato l’artista ligure – le note scivolavano giù dalle mie dita senza fatica, erano l’espressione della mia incredulità e del mio sgomento. Tornato in Italia ho ripreso quelle note che mi erano rimaste dentro e ho scritto il testo. Ne è nata una canzone d’amore per la mia città, uno stimolo a non mollare, a non chiudersi ma ad aprirsi chiedendo aiuto in un momento difficile».