Caso vaccini, a metà mese i risultati delle perizie sulle 5 morti anomale a Genova

di Alessandro Bacci

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I decessi registrati a poche ore dalla somministrazione del siero, le indagini confermeranno o meno i possibili legami

Caso vaccini, a metà mese i risultati delle perizie sulle 5 morti anomale a Genova

Entro la metà di settembre in procura a Genova arriveranno le perizie sulle morti anomale dopo la somministrazione di dosi di vaccino AstraZeneca e Pfizer aperte dai magistrati del pool Sanità della procura di Genova. Il 10 settembre, il medico legale Luca Tajana e l'ematologo Franco Piovella depositeranno le perizie sui cinque casi registrati a Genova.

Il primo riguarda la professoressa di 32 anni Francesca Tuscano, uccisa da una trombosi dopo la somministrazione del siero anglo-svedese. Poi quello di Camilla Canepa, la studentessa di 18 anni morta a giugno per trombosi dopo un open day: alla giovane venne somministrato AstraZeneca. In mezzo altre tre morti di anziani ultrafragili tra i 70 e gli 80 anni, a cui erano stati somministrati sia Pfizer che AstraZeneca.

Sono stati gli stessi pm (Arianna Ciavattini e Stefano Puppo coordinati dal procuratore capo facente funzioni Francesco Pinto) a chiedere una accelerata ai consulenti in vista dell'incontro del 16 settembre con i colleghi di altre 11 procure italiane e quelli di Eurojust. Per quella data, è prevista una riunione in video conferenza per mettere insieme tutti i decessi registrati con possibili legami coi vaccini ed elaborare un piano di strategie investigative comuni.

Per il caso di Camilla Canepa è molto probabile che verranno indagati i medici dell'ospedale di Lavagna. La ragazza si era presentata nel piccolo nosocomio il 3 giugno con un forte mal di testa, fotosensibilità e piastrinopenia. Le era stata fatta una tac senza contrasto ed era stata dimessa il giorno dopo. Il 5 era stata ricoverata di nuovo ma le sue condizioni erano apparse drammatiche. Trasferita al Policlinico San Martino di Genova era stata sottoposta a un doppio intervento per rimuovere i trombi e ridurre la pressione cranica ma dopo alcuni giorni per la studentessa venne dichiarata la morte cerebrale.