Caso Toti: striscione contro mafia e corruzione in Liguria davanti all'aula del consiglio regionale

di Redazione

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Iniziativa dell'associazione "Genova che osa"

Caso Toti: striscione contro mafia e corruzione in Liguria davanti all'aula del consiglio regionale

'Contro mafia e corruzione in politica': è lo striscione di protesta srotolato dall'associazione 'Genova che osa' davanti all'ingresso del primo Consiglio regionale della Liguria dopo l'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Gli attivisti hanno consegnato ottomila firme raccolte per chiedere ai gruppi consiliari di sfiduciare Toti.
 

"Le firme si sommano ai 40mila messaggi online che, cumulativamente sono stati inviati a ogni persona eletta nell'assemblea come parte della campagna di pressione che l'organizzazione sta portando avanti. - spiega il portavoce Lorenzo Azzolini (nella foto) - "Genova che osa' da anni denuncia una città in mano a pochi privilegiati che la rendono immobile e stagnante, imprigionata nella difesa dei loro interessi. Oggi le inchieste li hanno esposti alla vista di tutti, con i loro vizi e i loro lussi. Il sindaco di Genova Bucci li ha definiti dei maiali, pronti ad azzuffarsi per un pezzo di pane. Quello però non è un pezzo di pane, sono gli spazi della nostra regione e della nostra città, svenduti alla loro avidità. Sono queste scelte che hanno determinato una città fatta di cattivi lavori, nei settori del commercio e della logistica, dove si lavora il 20% in più ma si viene pagati il 20% in meno. Una città da cui chi può scappa e in cui chi non può resta intrappolato".
 

L'associazione chiede all'assemblea di approvare una legge sulle lobby, vietare le donazioni dei super ricchi nelle campagne elettorali, introdurre il limite dei due mandati.