Caso Toti, imprenditore Amico voleva accordo con Ente Bacini
di Redazione
Dagli atti dell'inchiesta l'ex capo di gabinetto Cozzani: "Chi se ne accorge se prendiamo fondi Pnrr?"
L'imprenditore Luigi Alberto Amico - titolare della 'Amico & Co', azienda leader in Europa nelle riparazioni e ristrutturazioni di superyacht - aveva chiesto di poter incontrare il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti "per trovare un accordo con Ente Bacini per la gestione del 'Bacino'1'".
É quanto emerge dal fascicolo dell'inchiesta per corruzione che vede indagati oltre al governatore, il capo di Gabinetto Matteo Cozzani (a cui si rivolse Amico), l'ex presidente dell'Authority portuale Paolo Emilio Signorini, Aldo e Roberto Spinelli e lo stesso imprenditore. Amico, si legge nelle carte, nell'inverno di due anni fa aveva chiesto a Cozzani di poter incontrare il governatore per poter spiegare le dinamiche della nautica di lusso, informandolo anche della "possibilità di fare "l'opera" (probabilmente un bacino per yacht di grandi dimensioni, ndr) in "partenariato pubblico-privato nonché per trovare un accordo con Ente Bacini allora presieduto da Mauro Vianello (pure lui indagato) per la gestione del ""Bacino 1".
A tal proposito l'imprenditore nautico aveva raccontato anche di aver dato 100 mila euro di servizi a Ente Bacini "solo per mettere a posto il bilancio, per poi vedere Vianello vantarsi e prendersene il merito". Cozzani, entusiasta per l'opera, lasciava intendere che per realizzarla, oltre ai solti stanziato da Amico, si sarebbe potuto anche attingere 5 milioni all'anno dai 30 del Pnrr: "ma chi se ne accorge??". E poi proponeva un incontro al quale far partecipare anche 'il boss' (verosimilmente, scrivono gli investigatori, Toti). Cozzani, emerge dagli atti, si era mostrato "particolarmente attento alle necessità imprenditoriali" di Amico: per lui, interessato alla possibilità di investire nel ponente ligure, contattava il sindaco di Imperia l'ex ministro Claudio Scajola che in quel momento puntava allo sviluppo della Marina di Oneglia e poi caldeggiava la partecipazione dell'imprenditore alla missione a Dubai con Toti e Signorini ("un'occasione per fare due chiacchiere") poi 'saltata' per problemi di salute dell'imprenditore.
"Un vero peccato" dirà poi Amico al telefono alla sorella perché "era un'importante occasione per confrontarsi con il presidente della Regione Liguria e con quello dell'Autorità di Sistema Portuale. Mi serviva da matti perché andavo giù con Toti e Signorini. Era un momento per... insomma, dare un po' una sveglia, che non mi fanno delle cose... cioè, non fanno...".
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