Caso Moby-Dfds, Uncredit rerspinge le accuse: "Valutiamo azioni legali"
di Redazione
La banca: "Impossibile liberare i traghetti dalle ipoteche"
Unicredit respinge "immediatamente e con forza" quelle che definisce "gravi e infondate accuse" arrivate di recente da Moby. In una lettera inviata ai vertici della compagnia di navigazione che l'Ansa ha visionato, l'istituto in qualità di security agent, sottolinea che "sono in corso analisi approfondite circa la valutazione del danno arrecato, nonché alla individuazione delle idonee azioni dirette alla tutela della reputazione" della banca, dei propri funzionari e "degli interessi dei propri soci".
Unicredit, 'security agent' nella procedura di Moby, si trovava nella "ovvia impossibilità di poter vagliare le richieste" di liberare l'ipoteca sulle navi da vendere alla compagnia danese Dfds, che si è poi tirata indietro. Lo si legge nella lettera inviata dalla Banca alla Compagnia di navigazione in risposta all'accusa di aver fatto saltare l'operazione. Unicredit indica la "ovvia rilevanza del procedimento" con la "richiesta di provvedimenti di natura cautelare" al Tribunale.
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