Case di comunità, in arrivo i primi 20 medici per il ruolo unico: operativi da settembre
di Filippo Serio
Assessore Nicolo': "La riforma della sanità territoriale diventa sempre più realtà"
Un importante passo in avanti verso un modello di sanità più vicino ai cittadini, più integrato e capace di rispondere in modo efficace ai bisogni del territorio. Inizia a concretizzarsi infatti uno degli snodi fondamentali della riforma dell’assistenza primaria: i primi 20 medici che rispondono positivamente al nuovo contratto di medico di ruolo unico di assistenza primaria, che prevede il loro ingresso nelle Case della Comunità, uno dei cardini della trasformazione prevista dal PNRR e dal DM 77.
I medici opereranno in quota oraria direttamente all’interno delle strutture territoriali, in sinergia con infermieri di famiglia, medici specialisti, pediatri di libera scelta , personale amministrativo, servizi sociali e Terzo Settore. L’obiettivo è garantire una presa in carico integrata e multidisciplinare dei pazienti, rafforzando la rete di prossimità e la continuità assistenziale. Le Case della Comunità diventano così veri e propri punti di riferimento per i cittadini, pensati per migliorare l’accesso alle cure, ridurre il ricorso improprio agli ospedali e valorizzare il lavoro di squadra tra le diverse figure sanitarie e socio-sanitarie.
“Questa dichiarazione di disponibilità è un segnale concreto che la riforma della sanità territoriale sta diventando sempre più realtà – ha dichiarato l’Assessore alla Salute di Regione Liguria, Massimo Nicolò. – Ringrazio i medici che hanno deciso di aderire a questo nuovo modello organizzativo, fondato sulla prossimità, sull’integrazione dei servizi e sull’innovazione. Le Case della Comunità non sono solo una nuova struttura fisica, ma un modo diverso di pensare e realizzare la presa in carico del paziente, mettendo al centro la persona e i suoi bisogni”.
Il prossimo passaggio quindi è la sottoscrizione dell’incarico e l’inizio della pianificazione con le Aziende Sanitarie che organizzeranno per questi primi medici i turni di servizio all’interno delle CdC ragionevolmente entro il mese di settembre nel rispetto delle aperture degli studi, dei necessari passaggi amministrativi ai sensi dell’ Accordo collettivo nazionale.
Il modello sarà progressivamente esteso su tutto il territorio regionale. Il percorso di adesione resta aperto e continua il confronto tra Regione, ASL, medici di medicina generale e Ordini professionali per accompagnare una transizione condivisa e sostenibile.
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