Carige, assemblea dei piccoli azionisti. Malacalza: "Spero in soluzione industriale"

di Redazione

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La riunione a Genova, la preoccupazione degli investitori

http://video.telenord.it/wp-content/uploads/2019/05/assemblea-carige.mp4 "Spero in una soluzione industriale" per Carige. Il primo azionista dell'istituto ligure Vittorio Malacalza ha risposto così a chi gli chiedeva cosa si auguri per la banca in amministrazione straordinaria. Malacalza si è presentato a sorpresa all'assemblea dei piccoli azionisti Carige in corso a Genova, sedendosi in ultima fila senza voler fare altri commenti sulla banca. L'azionista di maggioranza auspica una soluzione industriale per il salvataggio dell'istituto bancario genovese, il cui futuro è nuovamente piombato nell'incertezza dopo il fallimento della trattativa con il fondo Blackrock."I piccoli azionisti hanno detto che sono con me, sappiano che io sono con loro", ha poi dichiarato Vittorio Malacalza. I piccoli azionisti, che detengono il 37% delle azioni della banca, si sono confrontati in assemblea per riflettere sul futuro e per esprimere le proprie preoccupazioni. Il pensiero di Malacalza è condiviso dalla maggioranza, meglio una soluzione industriale piuttosto di un eventuale intervento del governo.  Un'assemblea dove gli azionisti hanno condiviso le proprie proposte e idee per trovare una soluzione che mantenga davvero in vita la Banca. Le preoccupazioni, però, sembrano sempre maggiori. E c'è anche chi si sbilancia, come Luigi Barile un piccolo azionista estremamente preoccupato: "Perdere la banca del territorio per noi sarebbe un colpo mortale, abbiamo già perso il ponte in quel modo, non vorremmo avvenisse un'altra tragedia". LA LETTERA DEI PICCOLI AZIONISTI LETTA IN ASSEMBLEA
Gentili Signori, siamo una parte degli oltre ventimila piccoli azionisti di Banca CARIGE, che hanno aderito all’iniziativa promossa da vocedegliazionisti.it, abbiamo partecipato ad aumenti di capitali  avvenuti tra il 2014 e il 2018, per un totale di oltre due miliardi di euro (che ha portato ad una ricapitalizzazione complessiva della Banca superiore a tre miliardi), tutti presentati come risolutivi dagli amministratori di Carige succedutisi in tale arco temporale i quali hanno sempre definito le strategie e assunto le decisioni, non solo in costante contatto con l’organismo di vigilanza (BCE e Banca d‘Italia) nonché soggetta al controllo della CONSOB, ma seguendo -come emerge da documenti pubblici e articoli di stampa- pedissequamente le indicazioni del primo. Nonostante ciò nel volgere di poco più di due anni le capitalizzazioni sono state disperse e si è giunti, nel gennaio 2019, al commissariamento della Banca la volta in cui, in assenza di un piano proposto dagli allora amministratore e presidente della Banca e oggi commissari nominati da BCE, non è stato deliberato l’ennesimo aumento di capitale. Sorvolando al momento su tutti gli eventi, talvolta strabilianti, occorsi in questi due anni e ai quali dall’estate scorsa si è interessata anche la Procura della Repubblica di Genova, ora che la trattativa con Black Rock è fallita e il nostro intervento è al riparo da eventuali callide strumentalizzazioni, ci preme evidenziare quanto segue. Come riportato nell’articolo pubblicato da “Il Sole 24 ore” del 3 gennaio 2019 (il giorno dopo il commissariamento!!), con il titolo: “una dote nascosta da oltre 1,5 miliardi”, quanto frutto delle ricapitalizzazioni è stato in parte congelato in forza di disposizioni fiscali (per circa mezzo miliardo di credito di imposta) e in virtù di interventi tecnici della vigilanza BCE, rendendolo intangibile per gli azionisti che lo avevano versato, ma tangibile per chi assumesse il controllo della banca. Ove ciò sia vero (e non abbiamo al momento ragione di dubitarne poiché non ci risulta alcuna smentita) alla luce degli eventi di questi ultimi giorni ci siamo indotti a scriverVi perché pare evidente il gravissimo vulnus alla proprietà privata tutelata dall’art. 42 della nostra Carta costituzionale e ai diritti dei risparmiatori sanciti dall’articolo 47 della Costituzione, posto essere, tra l’altro, compito della Repubblica italiana quello di <favorire l’accesso del risparmio popolare …. al diretto e indiretto investimento azionario dei grandi complessi produttivi del paese>, ma non certo al fine di arricchire speculatori, poiché, ancora la Costituzione pone il divieto all’iniziativa economica privata di recare danno all’utilità sociale. L’azione degli amministratori e della vigilanza, riteniamo, dovrebbe in primis essere volta alla tutela dell’azionariato popolare frutto di risparmi di una vita e non certo alla tutela (in prospettiva) degli interessi di fondi speculativi internazionali o di altri acquirenti istituzionali, come sarebbe accaduto ove Black Rock avesse concluso l’accordo (che non ha concluso, nonostante la “dote”, per altre ragioni, il che induce a sollevare anche ulteriori dubbi sulle scelte dei commissari e della vigilanza). Noi eravamo disposti a correre i rischi che l’investimento azionario comporta, ma siamo stupiti nel dover costatare che, di fatto, gli amministratori sotto il costante controllo di un’istituzione europea possano disporre del denaro versato da chi, come noi, aveva sostenuto le ricapitalizzazioni precedenti, nella prospettiva di favorire l’ingresso di nuovi investitori tra l’altro -alla prova dei fatti- extraeuropei. Significativo appare che il quotidiano nazionale per eccellenza specializzato in economia e finanza pubblichi la notizia della sterilizzazione non per esecrarla sottolineando l’esproprio effettuato a danno di chi aveva contribuito al sostegno della banca, confidando nelle dichiarazioni pubbliche diffuse dai vertici societari nonché nella professionalità e competenza dell’organo di vigilanza europeo, ma per promuovere l’ingresso di nuovi azionisti. Come detto, evitiamo al momento di aggiungere altri fatti, anche se gravi, nel rispetto delle prerogative degli inquirenti che ci auguriamo possano far al più presto chiarezza e intervenire, ma chiediamo a Voi, nei rispettivi ruoli, di valutare con la competenza, l’indipendenza di giudizio e il vaglio critico che certamente Vi appartengono se sia legittimo quanto sopra posto che nei prossimi giorni si deciderà il futuro di Banca Carige e con esso quello dei tre miliardi di euro di capitalizzazione e  degli oltre due miliardi che gli azionisti hanno investito negli ultimi tre anni. Grati per una cortese risposta e restando a disposizione ove vogliate incontrare una nostra delegazione, ringraziamo anticipatamente e porgiamo i nostri più rispettosi ossequi.