Cambio casa all'epoca del covid: tutti vogliono studio e fibra per smartworking e dad

di Marco Innocenti

Il presidente di Fiaip Genova Eugenio Del Gaizo: "Ecco come cambiano le richieste di chi cerca casa: metrature più ampie e connessione veloce"

Video momentaneamente non disponibile.

Il covid ha cambiato, anzi, sta cambiando radicalmente le nostre vite, in ogni loro aspetto, e così anche la ricerca di una nuova casa cambia, si trasforma. Sia dal punto di vista dei professionisti del settore, agenti immobiliari in testa, sia dal punto di vista delle richieste della clientela. "Come tutte le professioni anche la nostra è stata toccata dall'emergenza - spiega Eugenio Del Gaizo, presidente di Fiaip Genova, la federazione degli agenti immobiliari professionali - Ci sono state modifiche pratiche, giornaliere come l'uso dei dispositivi di protezione visto che ogni giorno noi andiamo a visitare appartamenti spesso ancora abitati. Poi è andata avanti un'evoluzione del lavoro che era già in corso ma che, con la pandemia, ha subito un'accelerata netta. Oggi un buon agente immobiliare deve limitare il numero delle visite, portando in visita solo persone già interessate all'immobile avendolo visto su internet. E' quindi nato tutto il mercato dei tour virtuali e delle foto a 360°. Oggi un agente immobiliare evoluto è in grado di far vedere al cliente, comodamente da casa sua, cosa il cliente deve aspettarsi dall'immobile".

Ma a cambiare sono state anche le richieste della clientela che, sotto l'effetto della pandemia, ha portato coloro che cercano casa a orientarsi verso immobili con specifiche diverse rispetto al periodo pre-covid. "Mentre tutti ci aspettavamo che la gente si orientasse a immobili con maggiori spazi esterni - aggiunge Del Gaizo - l'evoluzione è stata un po' più sottile. Oggi una delle prime domande che ci fanno quando proponiamo un appartamento è se in quell'immobile arriva la fibra. Questo perché con il ricorso sempre più frequente allo smartworking e alla didattica a distanza, avere a disposizione una connessione veloce è diventata una priorità. Altro aspetto sempre legato allo smartworking è che la domanda si sta spostando su metrature più ampie. Chi prima aveva necessità di una camera per i genitori e, magari, due camere per i figli, oggi si sposta su appartamenti con una stanza in più da adibire a studio, dove poter lavorare in tranquillità in remoto. Il mercato si sta riprendendo quindi metrature che, finora, erano di più difficile assorbimento. Prima avevamo una metratura media sugli 80-90mq, oggi saliamo decisamente ad appartamenti sui 100-120 mq".