Bolkestein, il Riesame sequestra l'arenile dei bagni Liggia a Quarto

di Pietro Roth

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I giudici: "I pm indaghino sull'inerzia di Comune, Capitaneria e Demanio"

Bolkestein, il Riesame sequestra l'arenile dei bagni Liggia a Quarto
Il tribunale del Riesame di Genova ha disposto il sequestro dell'arenile dei bagni Liggia, stabilimento balneare tra i più noti in città. I giudici hanno anche trasmesso gli atti al pm perché indaghi sugli organi amministrativi competenti e cioè Comune, Capitaneria di porto e demanio, per l'inerzia dimostrata nella vicenda. La sentenza, che rischia di rovinare la stagione anche ad altri stabilimenti balneari in Italia, ruota intorno alla direttiva Bolkestein, e cioè la misura europea che prevede un bando pubblico per aggiudicarsi la licenza di occupare le spiagge. L'odissea giudiziaria dei bagni Liggia inizia a maggio dello scorso anno. La Capitaneria di porto interviene perché il titolare, assistito dall'avvocato Michele Ciravegna, abbatte il muretto di uno stabilimento vicino. Il Comune ha dato il via libera ma il pubblico ministero Walter Cotugno indaga il titolare per un altro motivo: l'area su cui insistono i bagni Liggia sarebbe occupato abusivamente in violazione della direttiva Bolkestein. Viene chiesto il sequestro al gip, che respinge. Il pm fa appello davanti al Riesame che a sua volta dice no. A questo punto l'accusa si rivolge alla Cassazione che accoglie la richiesta e rinvia al Riesame. Secondo gli Ermellini, infatti, "la concessione nel caso specifico era stata rilasciata nel 1998 e risultava scaduta in data 31 dicembre 2009, senza che il titolo concessorio fosse stato oggetto di legittime proroghe tacite, escluse dalla normativa vigente in materia". A questo punto il Riesame ha concesso il sequestro ma ha sottolineato che "le autorità amministrative hanno tollerato per circa un decennio la consumazione dell'illecito senza mai fare nulla: non si sa se per tolleranza, per favorirlo o per mera inerzia".