ASL5 sotto accusa, Regione replica: "Rapporto Agenas fuorviante". Ma il Pd attacca: "Ci sono solo soluzioni tampone”

di Matteo Cantile

3 min, 25 sec

La sanità spezzina finisce al centro del dibattito in consiglio regionale. La Giunta difende ASL5, l’opposizione critica le misure adottate

ASL5 sotto accusa, Regione replica: "Rapporto Agenas fuorviante". Ma il Pd attacca: "Ci sono solo soluzioni tampone”

I dati Agenas, l'agenzia nazionale per i serviz sanitari regionali, mettono la ASL5 spezzina sotto la lente d’ingrandimento, collocandola tra le peggiori aziende sanitarie territoriali d’Italia. L’opposizione regionale, guidata dal gruppo Pd, accusa la Giunta di rispondere con soluzioni temporanee e chiede interventi strutturali per risolvere le carenze della sanità sul territorio. L’assessore alla Sanità Massimo Nicolò difende le azioni messe in campo, ma il dibattito resta aperto.

Criticità evidenziate – Secondo il rapporto Agenas, che valuta la performance manageriale delle aziende sanitarie pubbliche, la ASL5 è tra le ultime tre per cure primarie nei territori con meno di 250mila abitanti. I problemi principali riguardano la grave carenza di medici di base, pediatri di libera scelta e guardia medica, con conseguenti disagi per i cittadini.

La replica della Regione – L’assessore Nicolò contesta la natura dei dati Agenas, precisando che l’analisi serve a individuare aree di miglioramento, non a stilare classifiche. “I contesti territoriali e i pazienti sono troppo diversi tra loro per consentire paragoni omogenei”, ha dichiarato. Inoltre, l’Agenas non avrebbe condiviso preventivamente i risultati, impedendo all’ASL5 di verificare eventuali errori nella raccolta o elaborazione dei dati.

Dati contestati – Sull’assistenza ospedaliera, Nicolò evidenzia come ASL5 sia l’unica azienda ligure a raggiungere una performance media, un risultato rilevante considerando criticità storiche come i tempi di attesa, rispettati nel 53,92% degli interventi prioritari. Anche sul fronte delle fughe di pazienti, la performance è allineata con quella delle altre aziende di confine.

Assistenza territoriale – I problemi principali emergono nell’assistenza distrettuale, dove i medici di base e i pediatri sono insufficienti rispetto ai parametri ottimali fissati da Agenas (1500 assistiti per medico e 800 per pediatra). Nicolò spiega che nel 2023, 33 medici della ASL5 hanno lavorato con massimali ridotti per ragioni temporanee, portando il valore medio a 1320 assistiti. Tuttavia, per il 2024 si prevede un miglioramento del rapporto. Per i pediatri, la Regione precisa che solo uno ha un massimale ridotto a 850 pazienti, mentre i restanti operano con 1000 assistiti, un dato superiore agli standard Agenas.

Soluzioni messe in campo – La Regione ha avviato diverse misure per affrontare le carenze:

  • Pubblicazione di bandi per sostituire i medici andati in pensione.
  • Innalzamento temporaneo del massimale a 1800 assistiti per i medici disponibili nei distretti carenti.
  • Attivazione di ambulatori di prossimità nel Distretto 17 con medici di continuità assistenziale per coprire le aree scoperte in attesa di nuovi incarichi definitivi.
  • Avvio di ambulatori infermieristici nei Distretti 17 e 19, con l’impiego degli Infermieri di Famiglia e Comunità, previsti dal DM 77/22.

I dati sull’assistenza domiciliare – Per quanto riguarda gli over 65, i dati Agenas segnalano che ASL5 assiste a domicilio il 7,23% della popolazione, mentre i dati aziendali indicano un valore più alto, pari a 9,3%, vicino al parametro ottimale del 10%.

Le critiche del Pd – Non soddisfatta delle risposte fornite, la consigliera regionale Carola Baruzzo ha criticato la difesa della Regione, definendo le soluzioni “tampone” e insufficienti per affrontare un problema strutturale. “Non si può contestare Agenas: i problemi sono reali e confermati. Le misure adottate sono rese possibili solo grazie alla disponibilità dei medici e alla collaborazione con le amministrazioni comunali, ma non risolvono i nodi più profondi, tra questi quello della carenza dei medici di famiglia nelle aree interne e rurali”, ha dichiarato Baruzzo.

Un problema nazionale – La consigliera Pd sottolinea che la carenza di medici di medicina generale è un problema nazionale, ma aggiunge: “Avrei voluto una risposta su come risolvere la situazione specifica della Spezia, che è la cenerentola della Liguria”. La mancanza di medici disponibili per le zone interne aggrava ulteriormente un quadro che viene considerato già critico, lasciando i cittadini senza un accesso adeguato ai servizi di base.

Nessuna riduzione di spesa – Nicolò ha comunque ribadito che per il 2024 non sono state chieste ulteriori riduzioni di spesa e che le prestazioni programmate a livello territoriale e ospedaliero non subiranno tagli.