ASG produrrà sofisticati magneti per contenere e stabilizzare il plasma

di Edoardo Cozza

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L'azienda ligure della famiglia Malacalza ha vinto una gara internazionale da 33 milioni di euro

ASG produrrà sofisticati magneti per contenere e stabilizzare il plasma

ASG, azienda della famiglia Malacalza con sede e stabilimenti in Liguria, progetterà, svilupperà e produrrà i sofisticati magneti in Niobio Tristagno (Nb3Sn) che - grazie all’accurata selezione dei materiali unita a processi produttivi innovativi - saranno in grado di contenere e stabilizzare il plasma. 

Le 18 TF coils superconduttive, che misurano oltre 6 metri e pesano 16 tonnellate ciascuna, saranno prodotte nell’arco di 48 mesi dall’avvio dei lavori presso lo stabilimento di La Spezia di ASG e, anche in questa occasione, come per le bobine toroidali del progetto ITER, i tecnici e operai lavoreranno in sinergia con ingegneri, fisici ed esperti di materiali della storica sede ASG di Genova

Una curiosità tecnologica del processo produttivo è legata alla fase di test dei magneti che sarà effettuata in “camere da vuoto” che consentiranno di ricreare le condizioni di temperatura (-273°C) alle quali le bobine dovranno funzionare, per verificarne la perfetta realizzazione e capacità di resistenza alla pressione meccanica esercitata dal campo magnetico che esse stesse genereranno quando il DTT entrerà in operatività.

La commessa per la realizzazione dei 18 maxi magneti è stata assegnata ad ASG Superconductors a seguito di una gara internazionale per un valore complessivo di 33 milioni di euro. La macchina a fusione DTT si inserisce in un percorso scientifico e industriale di carattere internazionale che vede impegnate in prima linea ricerca e industrie italiane con Istituti come ENEA e aziende come ASG Superconductors che ha realizzato i magneti superconduttivi anche per altri progetti di energia a fusione come ITER (Francia) e JT60SA (Giappone). 

Il DTT, il cui scopo sarà quello di sviluppare le tecniche che consentiranno di stabilizzare nel tempo il plasma, sarà, insieme a ITER in Francia e JT60 in Giappone, tra i più importanti predecessori di DEMO, la prima centrale elettrica basata sulla fusione. Nel percorso verso il Green Deal - sempre più imprescindibile anche a seguito delle emergenze climatiche - la produzione di energia tramite fusione rappresenta un passaggio fondamentale per il mix energetico del futuro che secondo i più autorevoli studi, come ad esempio quello dell’Università di Berkley, non potrà basarsi per sostituire le fonti fossili solo sulle energie rinnovabili tradizionali come eolico o solare.