Arresto Messina Denaro, l'ex presidente della commissione antimafia Forgione: "Colpire la mafia nei capitali e nelle ricchezze"

di Redazione

L'ex presidente della commissione anti mafia e sindaco di Favignana: "Oltre la dimensione militare dobbiamo colpire quella economica e finanziaria"

"Una notizia importantissima per la Repubblica italiana e per la Democrazia, per la lotta alla mafia. Viene assicurato alla giustizia l'ultimo dei corleonesi, l'ultimo grande capo della CosaNostra stragista, dopo la morte di Riina e Provenzano. Ora si tratta di capire come sia stato possibile che per 30 anni sia stata garantita questa lunga latitanza. Ma è anche il giorno in cui vanno ringraziate le forze di polizia, i carabinieri del Ros, la procura di Palermo. Lo Satto può e deve vincere la partita della lotta alla mafia."

"Provenzano? Un arresto importante dopo una lunga latitanza: ha rappresentato un colpo definitivo anche nelle differenze di linea politica regionale che Provenzano: il nonno era favorevole alla linea stragista, Provenzano reimpostato una CosaNostra sulla mediazione politica: non sfidare lo Stato ma essere una componente di internità alle dinamiche della politica e dello Stato, in un certo senso. Dovrà rispondere di tanti omicidi nella provincia di Trapani, delle stragi compiute fuori dalla Sicilia nel 1993, dell'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, del tentato omicidio al commissario di polizia Germanacci. Un grande capo che ha avuto però anche capacità imprenditoriale, oltre che militare". continua Forgione.

"La gente che esulta per questo arresto è un segnale importantissimo: la Sicilia non è solo la rappresentazione della mafia e di CosaNostra, c'è una Sicilia, che è quella maggioritaria, fatta da cittadinanza attiva, amministrazioni e imprenditori locali onesti e giovani che si vogliono liberare della mafia. A questa Sicilia noi dobbiamo guardare."

Conclude Forgione: "Ma per portare a fondo l'attacco contro la mafia, dobbiamo colpire i patrimoni, le ricchezze ed i capitali. E l'arresto di Messina Denaro ci da questo segnale: oltre la dimensione militare dobbiamo colpire quella economica e finanziaria"