ArcelorMittal deposita la memoria nella causa civile al Tribunale di Milano

di Marco Innocenti

1 min, 31 sec

Difficile dire se si tratti di una rottura o di una semplice mossa procedurale

ArcelorMittal deposita la memoria nella causa civile al Tribunale di Milano

Una lunga memoria quella depositata oggi dai legali del colosso francoindiano ArcelorMittal durante l'udienza per la causa civile sulla vertenza Ex-Ilva presso il Tribunale di Milano. "Il ricorso - scrivono i legali - intriso di considerazioni politiche e demagogiche, tenta chiaramente di cavalcare l'onda della pressione mediatica e istituzionale che è montata negli ultimi mesi, alimentata anche da inappropriate dichiarazioni governative per tentare di spazzare via ciò che conta davvero: i fatti, i documenti e le norme".

ArcelorMittal spiega di aver pienamente rispettato sia il mero invito del giudice del 18 novembre, sia gli impegni assunti con la dichiarazione resa dall'ad Lucia Morselli all'udienza del 27 novembre, affermando di aver "compiuto ogni ragionevole sforzo finalizzato a ridurre la tensione e agevolare una soluzione bonaria della controversia, che non è stato ancora possibile raggiungere".

Il gruppo francoindiano chiarisce poi che non vuole replicare "alle numerose frasi iperboliche, enfatiche e sarcastiche utilizzate dalle ricorrenti anche per attribuire una dimensione di estrema gravità politico-istituzionale a una controversia che, seppur molto importante, ha natura contrattuale e deve essere risolta in base alle applicabili norme del nostro ordinamento". E vuole soffermarsi "soltanto sulle numerose parti del ricorso che contengono erronee allegazioni fattuali, significative omissioni e infondate argomentazioni giuridiche potenzialmente rilevanti ai fini della decisione". 

ArcelorMittal si sarebbe così trovata in una situazione completamente diversa da quella concordata a causa di decisioni e condotte altalenanti e imprevedibili di autorità pubbliche e soggetti istituzionali. "Soltanto da queste decisioni e condotte così come dall'ingiustificato rifiuto di accettare la restituzione dello stabilimento da parte dell'amministrazione straordinaria deriverebbe il rischio delle gravi conseguenze paventate nel ricorso, alcune delle quali sono inesistenti e suggestive (come la distruzione di beni produttivi o di un concorrente), mentre altre molto enfatizzate nel vano tentativo di influenzare il giudice civile chiamato a decidere sul caso".