Arcelor Mittal, resta la mobilitazione in fabbrica ma non ci saranno ulteriori cortei
di Marco Innocenti
Lavoratori in piazza anche a Taranto: venerdì 22 maggio presidio davanti alla prefettura
Dopo la giornata di protesta di ieri, con la cosiddetta "passeggiata civile" dallo stabilimento di Cornigliano alla prefettura, i lavoratori di Arcelor Mittal e le rappresentanze sindacali si sono ritrovati stamani in assemblea all'esterno della fabbrica per decidere come proseguire la mobilitazione. L'incontro di ieri non ha sortito effetto, con il colosso franco-indiano che non è arretrato di un millimetro dalle proprie posizioni, soprattutto sul tema della cassa integrazione.
I lavoratori quindi hanno deciso di proseguire nel loro stato di agitazione ma solo all'interno dello stabilimento, senza quindi ripetere la manifestazione di piazza che ieri ha portato centinaia di lavoratori sulle strade della città. Anche per non accendere un braccio di ferro con le autorità di pubblica sicurezza. Fonti interne alla Procura, infatti, confermano che le modalità con cui si è svolta la protesta di ieri sono sotto osservazione da parte degli organi competenti. Il rischio è che alla fine scatti la denuncia per il mancato rispetto delle norme anti-contagio.
Stamani intanto, come annunciato ieri, il segretario Fiom Cgil Bruno Manganaro ha presentato un esposto per un presunto ricorso illegittimo alla cassa Covid da parte di Arcelor, visto che il decreto Rilancio non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Sempre stamani l'assemblea dei lavoratori non si è potuta svolgere nel piazzale interno per il no da parte dell'azienda, ufficialmente per ragioni anti-assembramento. Per questo, è stato indetto un nuovo sciopero a partire dalle 8.30 di stamani, per permettere di svolgere l'assemblea nel piazzale davanti alla portineria. Per il momento, non sono state ufficializzate altre forme di protesta ma si è deciso di attendere l'incontro richiesto con i ministri Patuanelli e Catalfo dalle segreterie nazionali per fare chiarezza sul piano aziendale di Arcelor. Una settimana, non di più, il tempo concesso a governo e azienda per dare delle risposte. Se non ne arriveranno, non si escludono nuove... passeggiate. Sul piede di guerra anche lo stabilimento di Novi Ligure dove i lavoratori hanno deciso di bloccare la merce in uscita dallo stabilimento.
Nel frattempo, da Taranto arrivano notizie preoccupanti. I vertici di Arcelor, in un vertice con Fim, Fiom e Uilm, hanno confermato che il ricorso alla cassa integrazione sarebbe motivato dalla crisi di liquidità derivante dalla situazione di crisi del mercato dell'acciaio, ipotesi smentita invece dai sindacati, a Genova come a Taranto. Le commesse insomma ci sarebbero. Stando ai numeri forniti dall'azienda, dei circa 8200 lavoratori, ad oggi sarebbero circa 5mila quelli fermi, quasi tutti per Cig ma nei prossimi giorni questi numeri potrebbero aumentare. Per questo, anche i sindacati tarantini hanno deciso di scendere in piazza, il prossimo 22 maggio, con un presidio davanti alla prefettura.
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