Anniversario Ponte Morandi, la cerimonia dalla Radura della Memoria

di Edoardo Cozza

L'inizio toccante: un video coi momenti della tragedia e i nomi delle 43 vittime che scorrono su uno schermo. La diretta su Telenord

È il terzo anniversario del crollo del Ponte Morandi. Alla Radura della Memoria, alla presenza anche dei ministri Giovannini (infrastrutture) e Cartabia (Giustizia), la cerimonia inizia con un momento toccante: proiettati i nomi delle 43 vittime sullo schermo, mentre passano le immagini della tragedia, di quel drammatico 14 agosto 2018 che ha colpito Genova ma anche l'Italia intera. 

Il primo a parlare è l'imam di Genova Salah Husein: "La vita è breve, va vissuta bene. Le cose materiale hanno un valore relativo, lo perdono tutto davanti a questi drammi. Litighiamo, creiamo conflitti tra di noi anche per cose di poco conto: in quei momenti particolari però tutto perde valore, perché di fronte c'è la vita che va rispettata sempre". 

Sul palco sale l'arcivescovo di Genova monsignor Marco Tasca: "Ci vuole consapevolezza nella verità, c'è bisogno di sentirsi uniti e vicini a chi ha perso familiari, persone care. Non si può far finta di nulla".

È poi il turno del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: "Sono stati tre anni intensi, duri. Sembra che sia passato tantissimo tempo, ma per altri versi sembra che siano passati pochi istanti da quel dramma. Quel memoriale che nascerà ci dovrà ricordare quello che abbiamo passato, ci deve ricordare il dovere di giustizia che abbiamo nei confronti dei familiari delle vittime: è un bisogno di verità". 

Il sindaco Marco Bucci sale sul palco per il suo discorso: "Il primo pensiero che ho in mente è per le 43 vittime: non dovevano esserci, ma ci sono state. E non le dimenticheremo mai. Il pensiero va anche alle famiglie di chi ha perso la vita: collaboreremo sempre per fare quello di cui c'è bisogno per il nostro e il loro futuro. 
La città di Genova ha avuto un colpo tragico, ma ha lavorato tantissimo per risollevarsi: ha sofferto, ma ne è venuta fuori ed è stato anche per rispetto di chi ha perso la vita, ma anche di chi è ancora qui e ha bisogno e necessità di andare avanti. Sono convinto che ce la faremo a continuare nel nostro percorso.
Il terzo pensiero è per il progetto del 'Cerchio Rosso' e del 'Memoriale', che darà a quest'area ricaduta economica, sociale e professionale: è un obiettivo importante perché c'è bisogno anche di questo. E devo ringraziare il ministro Giovannini per averci permesso di usare questi fondi per far sorgere un quartiere modello, con grande qualità di vita e uno sguardo verso il futuro". 

Ecco il ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini: "Le parole di speranza che abbiamo sentito nella giornata di oggi, anche rivolte ai bambini, ci fanno pensare che questo giorno può essere un buon giorno. Il 14 agosto ci ricorda una tragedia inaccettabile: è una data che resta impressa nella memoria di tutti, familiari delle vittime, genovesi, ligure, ma di tutti gli italiani. 
Rimasi sgomento nel vedere quelle immagini, come l'Italia intera. Oggi ricordiamo 43 volti, 43 persone che sono scomparse. La costruzione ponte San Giorgio ha mostrato la capacità di Genova di saper reagire e risollevarsi in tempi record: è stato un bel segnale a livello mondiale. 
L'Italia ha tanti problemi dal punto di vista della sicurezza delle strade e delle infrastrutture. Invito i parlamentari a impegnarsi con noi del governo sul tema. Anche perché i fondi, tra Pnrr e altre risorse, le utilizzeremo di sicuro.
Mia madre era nata a Genova: quindi ho una vicinanza vera, la sento dentro di me, per questo territorio. E conosco e confermo la laboriosità e lo spirito sociale e costruttivo dei genovesi. 
Ricordiamo i valori dell'impegno della responsabilità, della pazienza, della vitalità: lo abbiamo dimostrato anche con il covid in tutta Italia. Come Genova, ci stiamo risollevando da un evento imprevisto e drammatico. Dobbiamo impegnarci a ricostruire, a evitare drammi che possono essere evitati: ecco gli impegni che dobbiamo rispettare, ognuno nel suo ruolo". 

È il turno del ministro della giustizia Marta Cartabia: "Il saluto del governo commosso e partecipe va ai familiari delle 43 persone che trovarono la morte nello sconcerto di tutto il Paese. Quanto accaduto sia un'ammonizione, un monito: certe cose non devono accadere più. Ho guardato negli occhi quei parenti e io sono qui da madre per sentire sulla mia pelle lo strazio, il dolore di chi ha perso un figlio in quella tragedia. La memoria rinnova la passione, il patire: ma far memoria qui a Genova è un'esigenza collettiva, necessaria anche per tutto il Paese. 
Il bisogno di giustizia va ascoltato e deve trovare risposta in tempi brevi: è giusto chiederlo, è giusto che arrivi. 
La riforma del processo penale non brucerà la domanda di verità e giustizia: non ci sono equivoci, non ci sono rischi sul processo del ponte Morandi, lo voglio ribadire con forza davanti a voi familiari, dopo avervi incontrato. 
Bisogna riflettere più di una volta prima di diffondere opinioni che gettano allarme e lanciano sconforto in chi è già provato dal dolore: basta leggere il testo della riforma, non serve un giurista. Tutti i processi che riguardano anche altri gravi disastri debbono essere portati a termine: il governo ha lavorato sui tempi della giustizia, per assicurare giustizia, non per stroncare il lavoro dei giudici. L'improcedibilità è solo una extrema ratio, perché la riforma è volta a sollecitare le fasi del processo in tempi rapidi. Se non fosse così, non potrei essere qui a guardare negli occhi chi ha sofferto e soffre. 
Dal baratro di quel 14 agosto 2018 usciremo se lavoreremo su una cultura nuova, una cultura diversa". 

Parla Egle Possetti del 'Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi': "Questa vergogna resterà incisa inevitabilmente nella nostra anima. Da tre anni aspettiamo con rispettosa pazienza: chi ha indagato ci ha fatto sentire la presenza dello Stato, ma all'orizzonte non vediamo ancora adeguate penalizzazioni per chi gestiva le autostrade. Anzi, ci sono sempre state richieste avide e presuntuose e il contratto di concessione è rimasto secretato e blindato per troppo tempo. La percezione è che quello che accade dal punto di vista amministrativo sia in controtendenza con le risultanze delle indagini. 
Chiediamo alle istituzioni una via d'uscita da questa situazione, anche per rispetto delle vittime. Se lo Stato non riesce a farsi rispettare e non riesce a controllare chi delinque, non dà un bel segnale perché chi è meno virtuoso acquisirà sempre più forza. 
Queste preoccupazioni ci schiacciano come il fango del 14 agosto 2018: chi gestiva le infrastruttura dovrebbe essere spalle al muro dopo che il vaso di Pandora è stato scoperchiato, invece sembra che lo si voglia richiudere. 
Siamo ancora preoccupati per le nuove norme penali, anche per altre famiglie coinvolte in altre situazioni. Noi sappiamo quanto dolore e quanta sete di giustizia abbiamo: vogliamo tempi certi e giustizia, lo ripeto. 
Lo Stato deve dimostrare rispetto alle vittime, deve fare ammenda per quanto accaduto: solo così si potrà dare un senso al nostro impegno. Noi ringraziamo chi porta avanti questo iter, perché vogliamo una democrazia equa e giusta, vogliamo che i deboli siano protetti, che i forti non prevarichino. 
Attendiamo anche la costruzione del 'Memoriale' perché sia un ricordo perenne di quanto accaduto tre anni fa". 

La cerimonia si conclude col minuto di silenzio, accompagnato dalle campane delle chiese e dal suono delle sirene delle navi in porto.