Acciaio riciclato in ripresa, tra clima estremo e nuove tensioni sul mercato globale

di Sagal

3 min, 20 sec

Dalle interruzioni logistiche negli Stati Uniti alle dinamiche dell’export verso la Turchia

Acciaio riciclato in ripresa, tra clima estremo e nuove tensioni sul mercato globale

L’atteso rimbalzo dei prezzi dell’acciaio riciclato negli Stati Uniti ha iniziato a prendere forma a dicembre, dopo mesi di sostanziale stagnazione. Tra eventi climatici estremi, segnali di maggiore domanda dall’export e nuove politiche commerciali internazionali, il mercato del rottame ferroso ha chiuso il 2025 con valori in crescita, interrompendo una fase debole durata dalla primavera all’autunno. Dopo un mercato poco dinamico tra maggio e novembre, alcuni fattori già visti nel primo trimestre del 2025 sono tornati a incidere sull’equilibrio tra domanda e offerta. Tra fine novembre e inizio dicembre, ondate di maltempo in diverse aree degli Stati Uniti hanno rallentato le attività di costruzione e demolizione, riducendo i flussi di materiale e creando colli di bottiglia nell’approvvigionamento.

Mercato interno - Nella seconda settimana di dicembre sono emerse le prime segnalazioni di offerte in rialzo da parte degli impianti siderurgici statunitensi, durante il tradizionale ciclo mensile di acquisti. Secondo il riepilogo del 10 dicembre del Davis Index, i prezzi dei rottami prime e prompt sono aumentati di 10 dollari a tonnellata, mentre alcune categorie di rottame triturato, piastre, strutturali e heavy melting steel (HMS) hanno registrato incrementi fino a 20 dollari rispetto a novembre. Il Davis Index attribuisce una parte rilevante di questi aumenti proprio alle difficoltà di fornitura causate dal maltempo, che hanno rafforzato la convinzione delle acciaierie sull’inevitabilità di un adeguamento dei prezzi. A ciò si è aggiunto il rialzo dell’acciaio prodotto negli Stati Uniti, che ha consentito agli impianti elettrici ad arco (EAF) di difendere i margini anche in presenza di costi più elevati per il rottame.

Margini e negoziazioni - Questo contesto ha dato maggiore fiducia anche a trasformatori e spedizionieri, più propensi a resistere alle pressioni in fase di trattativa. La combinazione tra domanda interna più solida e offerta limitata ha quindi contribuito a un clima negoziale meno sbilanciato a favore degli acquirenti.

Export - Sul fronte internazionale, pur con volumi inferiori nella prima metà del 2025 rispetto all’anno precedente, la domanda estera di rottame ferroso ha mostrato segnali di rafforzamento a fine anno. Le rilevazioni quotidiane del Davis Index sui carichi bulk di HMS Nos. 1 e 2 spediti da New York verso la Turchia indicano un aumento dei prezzi da circa 305 dollari per tonnellata metrica all’inizio di novembre a oltre 321 dollari a fine mese. A questo si è aggiunto un ulteriore rialzo del 3,2%, fino a 331,25 dollari al 10 dicembre. Un trader della East Coast ha riferito a Recycling Today che un acquirente turco, alla ricerca di materie prime a costi contenuti, ha acquistato un carico bulk dalla West Coast all’inizio di dicembre. Un’operazione definita “relativamente rara”, forse assente da circa tre anni, e indicativa di una scarsità di rottame disponibile in Europa occidentale.

Scenario globale - Gli analisti ricordano tuttavia che nel corso del 2025 l’abbondanza di semilavorati siderurgici cinesi sui mercati di Turchia e India ha frenato l’attività degli impianti EAF e a induzione. Le esportazioni a basso costo dalla Cina hanno spinto diversi Paesi a tentare misure di difesa commerciale, con l’Unione europea, il Messico e altri mercati che nella seconda metà dell’anno hanno introdotto strumenti per contenere i flussi. A dicembre è intervenuto anche il governo cinese, con l’introduzione di un sistema di quote all’export per almeno 100 prodotti siderurgici o contenenti acciaio, in vigore dal 1° gennaio 2026. Un cambiamento che operatori e riciclatori internazionali osserveranno con attenzione. Nel frattempo, i dati produttivi mostrano già un rallentamento: secondo l’Ufficio nazionale di statistica cinese, la produzione di acciaio grezzo a novembre 2025 è scesa a poco meno di 69,9 milioni di tonnellate, in calo del 10,8% su base annua e inferiore anche ai livelli di ottobre e settembre, come confermato dalla World Steel Association. Un segnale che potrebbe incidere sui flussi globali nei mesi a venire.

Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagramsu Youtube e su Facebook.