Ecco il vero Genoa: con le pedine al posto giusto e uno Strootman alla Liedholm

di Gessi Adamoli

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Ecco il vero Genoa: con le pedine al posto giusto e uno Strootman alla Liedholm
A Ferrara il Genoa ha giocato da Genoa, un'estrema sintesi per dire ha interpretato la partita come deve farlo una squadra attrezzata per tornare subito in serie A. Ed è stato un monologo rossoblù dal primo al novantesimo: annichilito un avversario importante in uno stadio dove c'erano 1.500 assatanati venuti da Genova ma comunque anche 10mila tifosi della Spal e dove non è mai semplice giocare. In fondo è bastato mettere ogni pedina al posto giusto, è stato sufficiente rinunciare all'astruso e enigmatico 4-2-2-2 di difficile comprensione per chi stava sugli spalti ma anche per chi era chiamato ad interpretarlo. Poco importa sapere come Blessin si sia ravveduto arrivando all'elementare conclusione che devono giocare i migliori. I famosi destabilizzatori, additati come nemici del popolo rossoblù e che però curiosamente erano in numero maggiore rispetto agli stabilizzatori, chiedevano solo di vedere in campo il maggior tempo possibile Strootman, Aramu e possibilmente anche Puscas (due gol in settimana con la nazionale rumena). Ovvero giocatori che con la serie B c'entrano poco e niente e dunque in grado di elevare in maniera esponenziale il tasso tecnico del Genoa. Verissimo che dovevano ancora trovare la condizione migliore, ma è bizzarro che, appena 15 giorni prima contro il Modena, Strootman avesse nelle gambe soltanto 5 minuti (era entrato all'85' per un Portanova devastato dai crampi) e Aramu (subentrato a Jagiello al 60') mezz'ora. Sono i due giocatori in grado di trasformare quella che già di per sé sarebbe un'ottima squadra in una squadra straordinaria. Strootman le prime due palle le ha giocate ad un tocco, la terza a due tocchi. Per il primo passaggio fuori misura si è dovuto aspettare la mezz'ora del secondo tempo e mi è venuto in mente quello che si narrava di Nils Liedholm ovvero che quando, dopo mesi, finalmente sbagliò un passaggio tutta San Siro si alzò in piedi ad applaudire.
 
Con Strootman e Aramu, messo nella posizione a lui più congeniale, vale a dire dietro le punte, la palla girava veloce e di conseguenza tutta la manovra era più fluida. E a quelli della Spal non poteva rimanere che stare a guardare oppure ricorrere ad un fallo di frustrazione come quello che ha comportato l'espulsione di Meccariello. Si può legittimamente pensare che il campionato del Genoa, quello che si deve snodare lungo l'imperativo “only one yeras” sia iniziato sabato a Ferrara. In fondo sette partite sono un lasso di tempo più che accettabile per arrivare a definire l'assetto base. Contro la Spal, Blessin ha optato per il 4-2-3-1 che in futuro potrebbe anche diventare un 4-3-1-2 ovviamente sempre con Aramu dietro le punte ma con Babdelj, che qualcuno ha già frettolosamente pensionato, in cabina di regina. Un centrocampo a tre è l'ideale per esaltare le qualità del regista croato che con Strootman vicino ha giocato la sua migliore stagione in rossoblù (girone di ritorno della stagione 2020-21). E l'altro centrocampista al suo fianco sarebbe lo straripante Fendrup. Tra l'altro l'abbondanza di scelte ha permesso a Blessin all'inizio del secondo tempo di cambiare tutte due i difensori centrali (Ilsanker e Vogliacco, entrambi ammoniti) per far entrare Bani e Dragusin che di fatto erano e restano i titolari.
 
Il nuovo Genoa di Blessin è subito chiamato a confermarsi e quella di venerdì sera col Cagliari è una sfida delicatissima. Ed è un mistero, che ci auguriamo si comprenda il più avanti possibile nel tempo, come una squadra che abbia giocatori come Nandez, Rog, Lapadula, Pavoletti, Goldaniga, Deiola e Gaston Pereiro faccia così tanta fatica in serie B.
 
(foto pagina Facebook Genoa Cfc)