Ventimiglia, operazione congiunta tra le polizie italiana e francese: arrestati 13 'passeur'

di Redazione

Le indagini, durate oltre un anno, hanno accertato che i migranti che si rivolgevano ai passeur pagavano dai 30 ai 150 euro per l'aiuto nel passare la frontiera

Tredici misure cautelari a carico di altrettanti passeur africani che trasportavano migranti dall'Italia alla Francia sono state eseguite stamani a Ventimiglia nell'ambito di un'operazione denominata 'Pantografo', che ha visto la collaborazione tra le procure di Imperia e di Nizza e tra la polizia di frontiera di Ventimiglia e quella francese (Paf, la Police la Police Aux Frontières) di Mentone. Il blitz è scattato all'alba e ha visto impegnate decine di uomini coadiuvati da un elicottero e dall'unità cinofila della polizia. "Si tratta di circa un anno di indagine - ha affermato il procuratore di Imperia, Alberto Lari - scattata su una ventina di viaggi: quindi, non un fatto isolato ma una questione che si è protratta nel tempo e di una certa dimensione. E proprio perché ci eravamo resi conto che si trattava di un traffico importante e ripetitivo, a giugno 2022 abbiamo istituito una squadra investigativa comune tra le procura di Imperia e il Parquet di Nizza e tra la polizia di frontiera italiana e la Paf francese, con l'obiettivo di documentare i fatti sia in Italia che in Francia e ricostruire ciò che avveniva: dai contatti con i migranti a Ventimiglia alle modalità con cui venivano fatti salire sui treni".

Le autorità francesi che ricevevano la segnalazione da parte dei colleghi italiani intervenivano alla prima stazione utile in Francia, quindi a reato consumato, identificando i migranti e ascoltandoli a sommarie informazioni. "In questo modo - ha detto ancora Lari - riuscivamo a chiudere il cerchio. I migranti ci spiegavano quanto avevano corrisposto ai passeur e spesso anche chi erano, individuando le persone anche fotograficamente che li avevano fatti salire sul treno".

Ciascun migrante pagava dai 30 ai 150 euro per oltrepassare la frontiera, a seconda del rischio che correva il passeur. L'operazione prende il nome dal pantografo, il dispositivo situato sul tetto delle motrici dei treni regionali francesi, che collega il vagone ai cavi dell'alta tensione, al quale si aggrappano i migranti che vogliono espatriare in Francia e che non di rado muoiono folgorati.

"E' stata un'operazione molto complessa che ha comportato l'impiego di tante attività tecniche come intercettazioni telefoniche e telematiche, ma anche attività investigative tradizionali, tra cui: appostamenti, pedinamenti, foto e video. Alcuni fermi sono stati compiuti lungo il fiume Roya, perché alcune delle persone da arrestare dormivano lì". I particolari dell'operazione "Pantografo", che oggi ha portato in carcere 13 stranieri colpiti da misura cautelare accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina sono stati illustrati dal dirigenti della polizia di frontiera di Ventimiglia, Martino Santacroce. Alcuni dei soggetti colpiti da misura cautelare dormivano nella tendopoli sul greto del fiume Roya, di fronte al cimitero di Ventimiglia. "Abbiamo fatto irruzione con l'impiego dei cani antidroga per la bonifica e un elicottero della polizia - ha aggiunto Santacroce - che ha supportato gli operatori impiegati sul terreno. Abbiamo disarticolato un gruppo che nascondeva i migranti nei treni, con particolare crudeltà, perché molti di questi venivano addirittura nascosti sui pantografi: alcuni hanno così rimesso la vita e altri hanno rischiato seriamente".