Vaiolo delle scimmie, Bassetti: "Numeri limitati ma destinati a crescere"
di Giorgia Fabiocchi
"Il fatto che colpisca gli omosessuali è una notizia strumentalizzata, è giusto sfatare questo stigma"
"Il vaiolo delle scimmie è molto meno contagioso del covid", così il direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova Matteo Bassetti, intervento ad Agorà su Rai Tre, che spiega: "questo è un elemento che in parte tranquillizza ma a preoccupare ci sono due aspetti, il primo che vi sia stata trasmissione interumana e il secondo la disseminazione globale dei casi, non più ascrivibili a un solo focolaio".
Il virus del vaiolo delle scimmie è conosciuto dalla fine degli anni '50 del secolo scorso e non colpisce solo le scimmie, ma anche altri animali, poi passa all'uomo. "La cosa che preoccupa è che ora non siamo di fronte solo a uno spill-over, ovvero al passaggio da animale a uomo, ma a una trasmissione inter umana, ovvero da un essere umano all'altro. Inoltre, fino a oggi, i casi erano ascrivibili tutti a un solo focolaio mentre ora abbiamo una disseminazione globale, con moltissimi paesi interessati. I numeri sono limitati ma è probabile che cresceranno perché c'è maggior attenzione e più indagini".
"Non c'è una mutazione del virus e il contagio avviene con contatto diretto con le lesioni, ovvero pustole simili a vaiolo ma più piccole, e si trasmette anche attraverso la saliva: non basta però stare nella stessa stanza di una persona infetta, bisogna avere un contatto stretto - aggiunge l'infettivologo genovese Matteo Bassetti -. Il fatto che colpisca gli omosessuali è una notizia strumentalizzata, è giusto sfatare questo stigma. Diciamo che i rapporti sessuali non protetti e continuativi rappresentano un rischio, sia che siano etero che omo".
"Le mascherine - ha precisato - sono sempre utili per ogni malattia a trasmissione per via aerea, non direi di mettere mascherina per evitare 140 -150 casi. La vaccinazione antivaiolosa, protegge anche nei confronti del vaiolo delle scimmie. È giusto che noi esperti facciamo i tutto per contenere i focolai ma è giusto anche essere consapevoli".
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