Ucraina, ex poliziotta richiamata per combattere: "Io non ci vado, resto a Sanremo"
di Redazione
"Io ho la mamma ucraina, che ho convinto a rimanere qui con me, e il padre russo. A chi dovrei sparare?". Un racconto lucido sull'assurdità del conflitto
"I russi chiamano questa una missione di pace e dicono che sono costretti ad agire con la forza, ma la pace non funziona così. Sono stata poliziotta in Ucraina fino al 2001 ed ora ho ricevuto una lettera di convocazione nell'esercito ucraino, ma vorrei sapere contro chi dovrei sparare, io che tra l'altro ho la mamma ucraina e il papà russo".
A parlare è Oksana Rainisio (cognome da sposata), 47 anni, originaria di Kremenciuk, regione Poltava, dal 2002 a Sanremo, attualmente impiegata per un ufficio che si occupa di pratiche per stranieri. "Da Sanremo non mi sposto - aggiunge Oksana -. Si tratta di lettere che stanno arrivando sia a chi ha prestato servizio in polizia sia a infermieri e altri lavoratori".
Oksana è in contatto con amici e amiche in Ucraina. Racconta che ci sono code lunghissime di gente che cerca di "scappare dalle città con l'auto. "Ho un'ex compagna di scuola alla quale ho fatto avere le chiavi di una mia casetta in campagna, dove può rifugiarsi per un po' con la famiglia. Almeno laggiù potrà scaldarsi con la legna, c'è la stufa ed è lontana dalla città. La paura è che da un momento all'altro chiudano la luce e il gas. Nei supermercati fanno incetta di cibo, acqua, fiammiferi e altri generi di prima necessità".
"Putin ha sempre rimproverato l'America di utilizzare la guerra come strumento di pace e poi anche lui agisce così. E' anche giusto per chi vive nella regione del Donbass, che non è ucraina né russa, ottenere una veste più ufficiale, ma noi cosa c'entriamo? Non sparano solo alla frontiera, ma su tutta l'Ucraina. Ho amici che sente spari, forti esplosioni". Conclude: "A dicembre, in tempi non ancora sospetti, è anche venuta mia madre a trovarmi e le ho detto di restare qui con me, perché l'Ucraina, oggi, è troppo a rischio".
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