Ucraina, la missione di 4 operai della Iplom: 11 profughi ucraini arrivano a Serra Riccò
di Marco Innocenti
Sono 7 donne e 4 bambini, la famiglia di Sasha che da bambino trascorreva le estati presso una famiglia in Valsecca
Una storia d'amicizia, che parte da lontano, addirittura dal 2004 e che oggi, sotto il rumore assordante delle bombe che stanno ancora cadendo sulle popolazioni dell'Ucraina, diventa ancor più forte. Tanto forte da spingere quattro amici a partire per il confine fra Ungheria e Ucraina, lanciando una vera e propria missione umanitaria per salvare 11 persone, 7 donne e 4 bambini.
Sono la famiglia di Sasha, oggi 26enne ed arruolato nell'esercito ucraino a difesa del proprio paese. Sasha, però, dal 2004 quando aveva solo 8 anni, è stato ospitato ogni estate a Serra Riccò, da una famiglia che abita nella frazione di Valsecca, grazie ad un progetto di scambi culturali attivato dall'associazione Il Piccolo Principe.
Ogni estate, il piccolo Sasha veniva a Serra Riccò a trascorrere qualche settimana ed è cresciuto insieme al figlio della famiglia genovese, Emiliano. Oggi, come detto, Sasha ha 26 anni, vive in Ucraina e si è arruolato, imbracciando un fucile per rispondere all'invasione russa. Ma i timori per la sorte della sua famiglia sono arrivati fino a Serra Riccò, dove Emiliano ha messo in piedi una vera squadra di salvataggio.
E' bastato parlarne con tre colleghi, Ivan, Giorgio e Lorenzo, tutti operai della Iplom di Busalla. I quattro hanno noleggiato un furgoncino, un altro è stato messo a disposizione dal comune di Serra Riccò e sono partiti, nel cuore della notte, alla volta di Çop, al confine tra Ucraina e Ungheria, dove le 7 donne e i 4 bambini erano ad attenderli, spaventati e infreddoliti. Poche ore dopo, i due furgoni hanno invertito la rotta e sono tornati a Serra Riccò, dove sono arrivati, sani e salvi, proprio stamani.
A bordo, insieme ai 4 colleghi di lavoro, 7 donne di età compresa fra i 19 e i 50 anni, e 4 bambini tra i 2 e gli 8 anni. "Per fortuna stanno tutti bene - ci ha riferito Angela Negri, sindaco di Serra Riccò - Sono ovviamente molto scossi e spaventati ma non poteva essere altrimenti. Non appena abbiamo saputo dell'idea di Emiliano, ci siamo subito attivati per allestire un alloggio che fosse il più confortevole possibile, in una casa che era stata confiscata alla malavita e che come Comune avevamo destinato ad attività sociali. Abbiamo dovbuto fare tutto a tempo di record, abbiamo sostituito la calderina e raccolto il necessario per adibirla ad abitazione: mobili, letti, cuscini, lenzuola, coperte, stoviglie e quant'altro ma grazie alla generosità dei nostri concittadini siamo riusciti a fare tutto al meglio".
Una gara di solidarietà che, anche a Serra Riccò, non finisce qui. "Chi volesse donare beni utili per accogliere questi ma anche gli altri profughi che arriveranno nei prossimi giorni - prosegue il sindaco Negri - può mettersi in contatto con i nostri uffici dei servizi sociali. Chi invece volesse donare beni da inviare in Ucraina deve rivolgersi ai centri di raccolta che Caritas e la comunità Ucraina stanno allestendeo sul territorio. Questo anche per non sovrapporsi troppo e crare confusione. Noi stiamo invece studiando di attivare un conto corrente su cui far confluire le donazioni in denaro, che poi saranno girate alle famiglie che stanno arrivando dall'Ucraina per garantire loro di avere le risorse economiche necessarie per la vita quotidiana".
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