Suicidio assistito: anziano ligure si reca in Svizzera dopo il diniego della Asl, lo accompagneranno due volontari
di steris
Di fronte al rifiuto da parte della ASL ligure di riconoscere il diritto al suicidio assistito, un uomo di 79 anni, residente in Liguria e affetto da una grave patologia neurodegenerativa, ha deciso di recarsi in Svizzera per accedere legalmente alla morte volontaria. Ad accompagnarlo nel viaggio saranno due volontari dell’associazione Soccorso Civile, nell’ambito di un’azione di disobbedienza civile finalizzata a denunciare la mancata applicazione delle sentenze costituzionali sul fine vita da parte delle istituzioni liguri.
Nonostante il paziente rientri, secondo i suoi legali, nei criteri stabiliti dalla storica sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale (nota come sentenza Cappato-Antoniani, nella foto Marco Cappato con Mina Welby), l’autorità sanitaria competente ha negato l’accesso alla procedura. Il motivo risiederebbe nella presunta assenza di un trattamento di sostegno vitale, uno dei quattro requisiti richiesti per ottenere legalmente il suicidio medicalmente assistito in Italia.
La richiesta di verifica delle condizioni era stata presentata nel febbraio 2025. Dopo le visite effettuate dalla commissione medica a maggio, è arrivata la comunicazione di diniego. Assistito dai legali dell’Associazione Luca Coscioni, l’uomo ha quindi presentato opposizione, chiedendo una nuova valutazione. Le ulteriori visite si sono svolte nel mese di luglio, ma da allora non è stata fornita alcuna risposta da parte della ASL.
In una situazione di sofferenza definita dallo stesso protagonista come “intollerabile”, la decisione di rivolgersi a una struttura svizzera è arrivata come conseguenza inevitabile. Il viaggio avverrà con l’assistenza di due persone che, come gesto pubblico e politico, si sono assunte la responsabilità di accompagnarlo, sollevando così familiari e parenti da qualsiasi coinvolgimento legale o morale.
Secondo i promotori dell’iniziativa, l’azione mira a riportare l’attenzione sulla necessità che anche la Regione Liguria si conformi pienamente alla giurisprudenza costituzionale, evitando che persone in condizioni critiche siano costrette a ricorrere a soluzioni all’estero per far valere diritti già riconosciuti dall’ordinamento italiano.
L’uomo, che da tempo ha perso la capacità di parlare e comunica con grande fatica attraverso un tablet, è totalmente dipendente da assistenza continua. Le sue condizioni cliniche, caratterizzate da una progressiva perdita di autonomia motoria e verbale, non gli consentono più – come ha dichiarato – di “sperimentare alcunché nella vita”, se non la sofferenza.
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