Spostamento carcere da Marassi alle aree ex Colisa, la direttrice: "Deve essere facilmente raggiungibile"
di R.O.
Fissato per mercoledì l'incontro per illustrare il progetto al garante dei diritti dei detenuti Doriano Saracino, che con una lettera si era definito contrario

Quello di Marassi è un carcere facilmente raggiungibile "per le famiglie dei detenuti, gli operatori e i volontari", immerso in un "quartiere storico che ci fa sentire parte della città": per questo la direttrice Tullia Ardito, che si dichiara non contraria allo spostamento nelle aree ex Colisa in Valpolcevera, chiarisce quali debbano essere i requisiti della nuova collocazione.
Spostamento e spostamenti - La struttura è stata realizzata alla fine dell'800 ed è quindi lontana da quelli che sono i canoni moderni, la stessa Ardito ammette che il nuovo carcere avrebbe una serie di caratteristiche diverse che lo renderebbero più moderno. Il garante dei diritti dei detenuti Doriano Saracino, che aveva espresso un parere più duro contro il progetto con preoccupazioni legate principalmente alla raggiungibilità del luogo, ha raccolto l'invito del sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi e fissato per mercoledì un incontro nel quale gli verrà presentata l'idea progettuale dietro allo spostamento nelle nuove aree, che ad oggi ospitano il campo base del cantiere della gronda.
Questione di cuore - Secondo Piciocchi "se fisicamente il carcere è nel cuore della città ma poi è lontano dai pensieri della gente e delle istituzioni non può funzionare". Il sindaco facente funzione ribadisce come "la nostra ipotesi di ricollocazione è nel cuore della città perché siamo comunque in una zona che a tutti gli effetti è città di Genova, non è una periferia estrema, anzi questa nostra ipotesi pone proprio al centro un miglioramento del tema delle connessioni che è una delle grandi criticità di Marassi che spesso lamentano gli operatori e i familiari dei detenuti". Già venerdì scorso, in occasione della giunta itinerante svolta alla foce, Piciocchi aveva promesso di aumentare i collegamenti con l'area e realizzare una vera e propria cittadella carceraria in corso Perrone (leggi qui).
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