Spese pazze, la sentenza: "Rixi non controllava, i documenti erano alterati"

di Redazione

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Il tribunale di Genova ha pubblicato le motivazioni della condanna ai 19 consiglieri regionali

Spese pazze, la sentenza: "Rixi non controllava, i documenti erano alterati"
È di 357 pagine la sentenza sui 19 consiglieri regionali, in carica tra il 2010 e il 2012, accusati delle "spese pazze". Un sistema che negli anni ha speso denaro pubblico in weekend al mare e alle terme, pranzi, cene romantiche, viaggi natalizi e conti dal parrucchiere. Tra i condannati ci sono anche alcuni capigruppo come Edoardo Rixi della Lega, Matteo Rosso di Fratelli d'Italia e Marco Melgrati di Forza Italia.
 
La sentenza ha stabilito come la mancanza di ogni verifica, anche di fronte ad abusi conclamati, sia costata al controllore l’accusa di falso ideologico in atto pubblico. "Se Rixi non si accorse di nulla - hanno spiegato i giudici nella sentenza - Non fu perché esercitò un controllo negligente, ma perché omise di esercitare ogni controllo e, così facendo, accettò il rischio che la rendicontazione fosse carente e perfino fondata su documenti alterati". Nella sentenza emerge anche tra le spese contestate ai consiglieri regionali liguri, soprattutto nel gruppo Lega Nord, ci fossero provviste in nero "ai volontari del partito, attraverso false attestazioni di identità".