Sotto la vecchia Isola Petroliere, un paradiso nascosto nel mare di Genova

di Paolo Zerbini

1 min, 27 sec

E' ormai solo un rudere la vecchia Isola di attracco delle petroliere, costruita nel 1972 e abbandonata nel 1998

Sotto la vecchia Isola Petroliere, un paradiso nascosto nel mare di Genova

C’è una luce particolare sul mare di Genova, in certe mattine d’autunno. Il sole tenue, il vento leggero da nord-est. Una giornata perfetta per raggiungere, via mare, ciò che resta della vecchia Isola di attracco delle petroliere, costruita nel 1972 e abbandonata nel 1998.

Come la sua "gemella", la Boa offshore realizzata dieci anni dopo, era stata progettata per accogliere le grandi navi cisterna da 300.000 tonnellate, troppo profonde per ormeggiare in porto. Le petroliere si fermavano a tre chilometri dalla costa, scaricando il greggio attraverso lunghe tubazioni sottomarine.

La struttura è stata dismessa per due motivi: i danni causati dalle mareggiate e il progressivo calo del traffico petrolifero. Nel 2016, alcuni residenti di Sestri Ponente e Pegli avevano chiesto – invano – di riattivarla, con l’idea che potesse contribuire alla protezione dell’ambiente marino.

Oggi, dell’Isola rimane poco più che una reliquia di ferro arrugginito, visibile in superficie: una torre alta 13 metri, con un diametro di 32, ancorata su un fondale profondo 54 metri. Ma ciò che colpisce davvero non è ciò che si vede sopra, ma ciò che si cela sotto: un habitat marino rigoglioso, popolato da pesci, molluschi, ostriche. Un piccolo ecosistema rifiorito tra le strutture sommerse.

La zona, però, resta off-limits: è vietato avvicinarsi.

A portarmi nei pressi, a debita distanza, è stato il gozzo del comandante e amico Paolo Vitiello, che al ritorno, quasi a voler compensare la malinconia del paesaggio, ha intonato da baritono un paio di versi di “Da u barcun de casa me”. E da lì, davvero, si vede tutto: Genova, il suo mare, e la costa che si allunga da Savona a Portofino.

Una memoria arrugginita sopra, un tesoro vivo sotto.

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