Shipping Industry per la ripartenza: ogni euro investito ne attiva quasi 3 nel resto dell'economia

di Marco Innocenti

E' uno dei dati del primo rapporto annuale presentato da Assarmatori, Conftrasporto e Confcommercio Imprese

Il webinair organizzato da Assarmatori con Conftrasporto e Confcommercio Imprese è stato l'occasione per presentare il primo rapporto annuale sulla shipping industry e sugli impatti diretti e indiretti che questa ha sull'economia globale del paese. Un rapporto, quello realizzato da Nomisma, che punta i riflettori su tre aspetti: sociali, ambientali ed economici.

Sotto l'aspetto sociale, il rapporto dimostra la centralità del trasporto marittimo nel garantire la necessaria continuità territoriale per gli oltre 6,6 milioni di italiani che vivono su un'isola, arrivando a contare oltre 26 milioni di passggeri nel 2019, con aumenti dei traffici che, dal 2014 al 2019, sono stati del 23,8% per i ro-ro e del 18,5% per i ro-pax. In termini ambientali, poi, si calcola che le autostrade del mare nel 2017 abbiano fatto risparmiare 264 milioni di euro in costi esterni per inquinamento atmosferico e acustico.

C'è poi la ricaduta economica, diretta o indiretta. Prima della pandemia, il settore marittimo cubava oltre 12 miliardi di euro di produzione a fronte di 48,807 occupati, arrivando a coinvolgere ogni anno oltre 66mila lavoratori per effetto della rotazione degli equipaggi. Se si allargasse poi l'osservazione all'intero cluster marittimo, il valore generato arriverebbe a 35,6 miliardi e 408mila occupati.

Interessanti poi le valutazioni sulla capacità di attivazione economica e occupazionale. Ogni singolo euro attiva 2,97 euro nell'intera economia. 12Miliardi e 670 milioni arrivano come impatto diretto, 18 miliardi come impatto indiretto ed altri 6 miliardi e mezzo dall'indotto. Sull'occupazione, oltre 142 mila unità di lavoro arrivano dall'impatto diretto o indiretto e poco meno di 35mila dall'indotto, per un coefficiente di attivazione che si attesta su 3,64: vale a dire che ogni unità di lavoro occupata nel settore shipping italiano ne attiva altre 3,64 lungo tutto il resto dell'economia del paese.

“Quello di oggi è il primo di una serie di appuntamenti organizzati da Conftrasporto-Confcommercio sul mondo dei Trasporti e della Logistica – afferma il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè – Abbiamo voluto aprire con il mare, un settore che, pur avendo subito gli effetti del lockdown, ha in sé non solo la forza propulsiva per ripartire, ma grandi potenzialità di crescita”.

“La modifica del regime di aiuto al settore imposta dalla Commissione UE - ha detto il presidente di Assarmatori Stefano Messina - deve consentire, non solo la necessaria estensione dei benefici previsti dalla legge italiana sul Registro Internazionale alle navi che battono bandiere europee, ma anche un’equa, corretta e proporzionata distribuzione delle risorse, oggi troppo concentrate sul sostegno di aree ed attività̀ meno strategiche. La modifica imposta dall’Europa consentirà una forte crescita dell’occupazione dei marittimi italiani e la possibilità di investire sull’occupazione marittima in stagnazione da oltre dieci anni”.