"Settore delle crociere in crisi, il Parlamento intervenga presto"
di Edoardo Cozza
Comunicazione congiunta Confindustria, Confetra, Assiterminal e Assologistica
Confindustria, Confetra, Assiterminal e Assologistica scrivono un cominicato congiunto e chiedono al Parlamento di farsi carico della questione della riduzione dei canoni in sede di conversione del DL Sostegni-bis e al Governo di sostenerne l’approvazione.
"Nel 2019 i passeggeri ed i crocieristi in Italia, prima destinazione per le crociere nel Mediterraneo, erano stati quasi 12 milioni, che hanno viaggiato su oltre 150 navi e hanno attraccato 4.850 volte in 39 porti e città crocieristiche. Nel 2020 questo settore si è completamente bloccato - si legge nel comunicato - e nel 2021 non è ancora ripartito, con previsioni che rinviano ormai al 2022 la ripresa. Una perdita di 925 milioni di euro l’anno comprendente i fatturati di tutte le imprese terminalistiche che gestiscono terminal, stazioni marittime e servizi accessori e che negli ultimi anni avevano investito 460 milioni in dragaggi, rifacimenti di accosti e stazioni marittime, nuovi collegamenti e servizi di trasporto, da Messina a La Spezia, da Genova a Savona, Taranto, Salerno, Ravenna, Palermo".
"Il mancato cambiamento di scenario nel 2021 e un accumulo già di 14 mesi di inattività e di azzeramento dei fatturati pongono chiaramente l’esigenza di ridurre il pagamento delle imprese terminalistiche di centinaia di milioni l’anno di canoni concessori allo Stato, per limitare il rischio di chiusura a cui molte di esse sono esposte e le inevitabili ripercussioni negative in termini di occupazione diretta e indotta sul territorio in cui operano. Vanno assolutamente adottate soluzioni - scrivono ancora le associazioni di categoria - per alleggerire in questa fase i costi delle imprese e che riguarda tutti i terminal portuali italiani, in particolare i terminal crociere e passeggeri e le imprese di lavoro temporaneo, con misure specifiche di sostegno come quelle adottate per il trasporto ferroviario, aereo, marittimo e, persino, degli ormeggiatori. Si tratta di aziende a capitale privato che operano in “concessione” dallo Stato, per le quali la questione della riduzione dei canoni in questa fase di crisi non è più rinviabile".
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