Scuola, la rabbia dei 'supplenti covid': "Senza stipendio da tre mesi"

di Marco Innocenti

Carolina, insegnante in una scuola media: "Siamo i figli di un Dio minore. La situazione? Occasione sprecata per diminuire l'affollamento nelle classi"

Mentre il mondo della scuola continua ad essere scosso dai continui cambiamenti che il governo propone per fronteggiare i contagi, ci sono insegnanti che pur recandosi al lavoro ogni giorno, non ricevono lo stipendio. A volte, addirittura da tre mesi. E' la storia che ci ha raccontato Carolina Salini, insegnante di lingue in una scuola media di Sestri Ponente. "Già parlare di 'supplenti' nel nostro caso è inesatto - ci spiega - Supplente è qualcuno che sostituisce qualcuno assente ma noi siamo un organico che fino a 2 anni fa non esisteva. Per comodità e per velocizzare le procedure, siamo stati equiparati ad un contratto che già esisteva, quello dei supplenti brevi. Il problema però è che siamo stati equiparati a chi ha meno diritti di tutti nel mondo della scuola, cioé i supplenti brevi".

"Siamo per questo i figli di un Dio minore - aggiunge - ma lo siamo ancora di più sul tema dei pagamenti dello stipendio. Io per fortuna ho preso lo stipendio di ottobre ma l'ho preso a metà dicembre. Adesso mancano all'appello ancora gli stipendi di novembre, dicembre e tra poco anche gennaio. Il problema nasce proprio dall'equiparazione ai supplenti brevi. Entro il 18 gennaio andava compiuto un iter, in parte in mano alle segreterie e in parte al sito che gestisce le nostre pratiche. Se questi passi amministrativi non vengono compiuti, i soldi non arrivano sul conto del lavoratore. E questo è quello che è successo a molti di noi, che sono in mano alle segreterie che fanno quello che possono, con il personale che hanno. Il problema è che alla fine noi facciamo fatica a far fronte alle nostre spese. Io ad esempio ora faccio fatica, con 3 mesi di arretrato".