Scuola 2 Giugno, genitori preoccupati: "Cantiere ancora fermo". Ma si lavora al piano di rimozione amianto
di Roli
I lavori quindi sarebbero partiti ma dietro le quinte: il piano che verrà realizzato da Comune e impresa dovrà essere approvato da Asl 3
La situazione della scuola 2 Giugno di Borzoli continua a preoccupare i genitori dei 350 bambini che si sono dovuti trasferire all'edificio ex Leonardo di Corso Perrone, ma anche se sembra tutto fermo qualcosa si muove. Le famiglie il 18 marzo avevano già protestato pacificamente davanti a Palazzo Tursi per denunciare l'assenza di lavori nel cantiere (ne avevamo parlato QUI), situazione che si riscontra ancora oggi. Comune e impresa però avrebbero avviato un lavoro dietro le quinte per realizzare un piano per la corretta rimozione dell'amianto presente nell'area con la consulenza di Asl 3, che dovrà essere poi approvato dalla stessa Azienda sanitaria perché possano partire ufficialmente i lavori nel cantiere. Una volta avviati i lavori, la ditta dovrà effettuare dei campionamenti quotidiani che verranno controllati da Asl per valutare gli eventuali rischi per la salute, così che l'amianto venga rimosso e smaltito senza pericoli.
Tempistiche - Le tempistiche però non sono ancora chiare: quello che è certo che la promessa di rientrare a scuola entro il 2026/27 non verrà mantenuta, dal momento che questo è il tempo che intercorrerà tra l'avvio e la fine dei lavori. "Il progetto sarà diverso rispetto a quanto ipotizzato - aveva spiegato il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi -. Era stato finanziato con 3,3 milioni per un adeguamento antisismico ma quando abbiamo sgomberato la scuola abbiamo trovato una situazione molto più degradata". Da quei 3,3 milioni di fondi Pnrr si è passati ad un totale di 7 milioni per la materna e primaria e per le scuole medie ne serviranno altrettanti. Il facente funzioni nell'occasione aveva anche annunciato un viaggio a Roma al Ministero dell'Istruzione per ottenere il via libera all'operazione. Ad accrescere le preoccupazioni dei genitori c'è quanto non è emerso da un ulteriore incontro tra Piciocchi e le famiglie l'1 aprile, dove non sono state presentate novità.
Oltre alla ristrutturazione non ci sono altre soluzioni possibili. L'edificio infatti non può essere abbattuto e riscostruito dove si trova oggi in quanto l'area è considerata a rischio a causa della presenza dell'Iplom. Questo rende possibile solo la ristrutturazione degli impalcati già esistenti e blocca ogni nuova costruzione.
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