Sanremo-Rai: alta tensione per il Festival della Canzone 2026, Torino pronta a subentrare
di Redazione
Ma un trasloco rischia di essere negativo sia per la Città dei Fiori per l'indotto, sia per l'emittente di Stato per la raccolta pubblicitaria
Il Festival della Canzone Italiana, simbolo della cultura pop e della tradizione televisiva italiana (nella foto Olly, vincitore dell'edizione 2025), potrebbe cambiare casa. L’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, ha recentemente informato il consiglio di amministrazione sull’andamento delle trattative con il Comune di Sanremo per ospitare l’edizione 2026. L’accordo, tuttavia, non appare scontato.
L’ultimatum lanciato dalla Rai scade la prossima settimana: se non si troverà un'intesa, si valuterà il trasferimento del Festival, con gli studi Rai di Torino già pronti a raccogliere il testimone, forti dell’esperienza maturata con l’Eurovision Song Contest.
All'interno del cda di Viale Mazzini si registra un clima teso e diviso. Alcuni membri criticano la scelta di partecipare al bando del Comune di Sanremo, ritenendo eccessive le condizioni poste. Secondo fonti interne, il vero errore sarebbe stato proprio aderire al bando, accettandone implicitamente le regole, per paura che un altro soggetto potesse avanzare una proposta alternativa. Una mossa che, con il senno di poi, ha complicato ulteriormente la trattativa.
Per la città di Sanremo, un eventuale stop significherebbe un duro colpo economico: albergatori, proprietari di case in affitto e commercianti rischiano perdite milionarie. Ma anche per la Rai la rinuncia al Teatro Ariston potrebbe rivelarsi controproducente. Il risparmio stimato di circa 3,5 milioni di euro – tra maggiori richieste economiche da parte del Comune e nuove condizioni su pubblicità e biglietteria – potrebbe non compensare la perdita d’appeal per sponsor e investitori pubblicitari. Il rischio è che un'eventuale nuova location venga percepita come meno prestigiosa, con un calo di ascolti e quindi una diminuzione degli introiti, che nel 2024 avevano toccato il record di 67 milioni di euro.
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