Sanremo, Fisascat Cisl Liguria scrive a Mattarella per chiedere di riaprire il Casinò

di Redazione

1 min, 29 sec

"Il Governo ci ha esclusi dal novero delle attività autorizzate alla riapertura"

Sanremo, Fisascat Cisl Liguria scrive a Mattarella per chiedere di riaprire il Casinò

Il lockdown e la pandemia hanno avuto riflessi devastanti su tantissime attività economiche. Fisascat -Cisl Liguria e Fisascat-Cisl Imperia e Savona hanno acceso i riflettori sulla grave crisi che sta affrontando il Casinò di Sanremo. Il Governo ha escluso il Casinò dalle attività che possono riaprire, così centinaia di lavoratori si ritrovano in difficoltà.

I sindacati hanno scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Rivolgiamo a Lei un accorato appello affinché si faccia garante del rispetto dei principi della Costituzione Italiana ,in questa difficilissima situazione sanitaria ed economica ,quanto ai diritti dei lavoratori dei Casinò. Secondo l'art.4 della Costituzione Italiana, la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo tale diritto, il  Casinò di Sanremo, per cui ci preghiamo di esercitare parte di rappresentanza sindacale , esercita tale diritto dal 15 Gennaio 1905,occupando centinaia di lavoratori diretti e indiretti, garantendo un indotto importantissimo per la città e risorse al Comune di Sanremo, nonché  pregio alla Regione e alla Nazione per la sua storia centenaria”.

La lettera prosegue così: “Nonostante un protocollo sanitario stringente , siglato in pieno accordo con le parti datoriali,  ad oggi il Governo ci ha esclusi dal novero delle attività autorizzate alla riapertura, con evidente disparità di trattamento e violazione del precetto costituzionale che garantisce e promuove il diritto al lavoro di ogni cittadino. Per tale motivo ci sentiamo in dovere di chiederLe di farsi garante per il rispetto dei principi costituzionali enunciati, dei quali Lei è il vigile supremo, affinché  la scelta delle aziende che possano riaprire non ricada sul merito del lavoro svolto ma sul metodo delle applicazioni delle tutele sanitarie “, conclude la lettera.